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sotto esame la tratta San Zenone-Rogoredo. Si apre la strada a una class action
Degrado sui treni, risarciti i pendolari
Il ricorso di una passeggera. La sentenza dei giudici: abbonamento da risarcire e danni morali

Articolo del: 05/09/2011
Autore: Andrea Galli

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MILANO - Ha viaggiato male, alla fine l'ha fatto gratis, non è una consolazione ma intanto è una sentenza. Con la probabilità che altri viaggiatori organizzino una class action, un sistema di azioni per una tutela collettiva di rimborso. L'esempio (il modello) c'è. Una pendolare ha fatto causa per soppressioni, sporcizia e sovraffollamento dei convogli. Il giudice di pace le ha dato ragione. Trenitalia dovrà restituire i soldi degli abbonamenti per il periodo incriminato (un anno, 500 euro) e risarcirla dei danni morali: le condizioni di viaggio erano «gravemente umilianti».
La tratta sotto esame va da San Zenone al Lambro alla stazione di Milano-Rogoredo. Assistita dall'avvocato Angelo Musicco, nell'accusa della pendolare leggiamo i seguenti, a volte quotidiani scenari, peraltro ripresi dal giudice nelle motivazioni della sentenza: «Treni in ritardo di almeno 10-15 minuti come norma, salvo ritardi maggiori; sedili sporchi al punto di non potersi più sedere; malfunzionamento di apparecchiature interne e, in alcuni casi, soppressione di alcuni treni che non veniva neppure annunciata...». Il tutto, naturalmente, con la viaggiatrice che «ha comunque goduto del trasporto ferroviario, seppure inadeguato rispetto agli standard di qualità».

Non sarà l'ultima, non è la prima. I comitati dei pendolari stanno moltiplicando le cause. Entrando nello specifico sempre più: studiano la materia, si fan aiutare da avvocati specializzati, insistono, non si danno per vinti. Pretendono, a giusta ragione, di evitare sul tragitto casa-lavoro-casa di dover prendere un agonizzante carro merci.

L'avvocato Musicco ha chiamato in causa, a supporto delle tesi dell'assistita, il Codice al consumo. Nello specifico l'articolo 36, che sancisce la «nullità delle clausole contrattuali di cui venga accertata la vessatorietà in tema di contratti conclusi tra il professionista e il singolo utente persona fisica e ciò a tutela del consumatore». Quanto a Trenitalia, il giudice di pace Roberta Rosabianca Succi ha scritto che «deve escludersi che il suo obbligo si esaurisca nel trasporto dell'utente a destinazione, a prescindere dalle modalità esecutive di tale trasporto». Anche, tra l'altro, si aggiunga, in considerazione dei costi. La Regione, è vero, d'accordissimo, ha appena promesso d'essere in prima fila contro i tagli. Facendo sapere che l'obiettivo è evitare stangate ulteriori. E certo. Dopo il doppio pesantissimo aumento dell'anno in corso. Tra febbraio e agosto, i pendolari lombardi hanno subìto un rincaro complessivo del prezzo dei biglietti del venti per cento.

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