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Stangata sui pendolari lombardi
25 per cento in più in sette mesi
La Regione vara gli aumenti. E progetta una serie di rincari automatici in caso di tagli
decisi a Roma. I prezzi subiranno ritocchi anche per i pullman che servono la provincia

Articolo del: 08/07/2011
Autore: ILARIA CARRA

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Da agosto il costo dei treni aumenterà, ancora. Il secondo round della manovra del Pirellone è stato ufficializzato ieri: dal primo agosto il prezzo dei biglietti crescerà quasi del 10 per cento. Un nuovo rincaro che segue quello dello scorso febbraio della stessa entità: l’effetto del taglio di 82 milioni di contributi dal governo. E che aggiorna il conto da pagare per i pendolari, che nel 2011 si troveranno a sborsare il 20 per cento in più. Senza contare gli adeguamenti Istat, con i quali si arriverà a un rincaro di quasi il 25 per cento. Un quarto in più di spesa per chi viaggia, accumulatosi in soli sette mesi, che per il Pirellone, visti i tagli del governo, «è necessario per l’equilibrio del sistema e per mantenere in vita i servizi ferroviari, diversamente da quanto sta avvenendo in altre Regioni dove si sono tagliati servizi» spiega l’assessore ai Trasporti, Raffaele Cattaneo. Ma per i pendolari è un colpo difficile da assorbire.

Il nuovo aumento era già stato più volte annunciato dalla Regione. Nella pratica, da agosto i lodigiani, invece che i 53,5 euro che pagavano l’anno scorso per l’abbonamento mensile, ne dovranno sborsare 66. Di 16 euro è l’aumento per i lecchesi, che tra poco più di tre settimane pagheranno 83 euro ogni mese, mentre dalle tasche dei bresciani ne usciranno quasi 19 in più. la nuova raffica di aumenti è però ancorata al raggiungimento di precisi standard di qualità da parte delle aziende del ferro. Standard raggiunti, sostiene la Regione. Che fornisce dati: Trenord ha l’1 per cento di soppressioni contro l’1,5 per cento di soglia massima e il 3,7 per cento dei treni arriva in ritardo di 10 minuti (il tetto è del 3,9). Solo il ritardo medio per passeggero, 3 minuti e 10 secondi al giorno, supera la soglia di guardia (3,4 minuti). Uno sfora, gli altri due sono dentro, quindi via libera ai rincari, è il ragionamento. «Con questi aumenti continueremo il percorso di miglioramento che i pendolari ci chiedono», assicura Cattaneo.

Oggi, intanto, nell’aula del Pirellone parte l’iter per il via libera definitivo alla riforma sul trasporto pubblico approvata ieri dalla giunta. Un progetto di legge che preoccupa l’opposizione: «C’è una norma — attacca il consigliere pd Stefano Tosi — che autorizza la Regione a deliberare automaticamente aumenti delle tariffe in seguito ai tagli del governo. E la nuova manovra nazionale rischia di colpire ancora il trasporto pubblico». Per dire no ai rincari e chiedere alla giunta di ripensarci, il Pd ha avviato una campagna di volantinaggi e affissione di manifesti nelle stazioni ferroviarie.

Aumenti per i treni, quindi, ma anche per i pullman che servono la provincia, per i quali è stato introdotto un meccanismo di bonus come quello ferroviario. «Entro agosto scatteranno i ritocchi alle tariffe — annuncia Giovanni De Nicola, assessore provinciale ai Trasporti — cercheremo di pesare di più sulle corse singole e meno sugli abbonamenti». C’è però un’incognita: ieri si è tenuta la prima udienza del contenzioso al Tar a cui hanno fatto ricorso i gestori delle aziende che contestano la manovra regionale. E c’è anche l’eventualità che il tribunale amministrativo possa sospendere tutto.

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