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IL CASO
Giudici di pace, chi vince la causa
sarà risarcito per il tempo perduto
Riconosciuto a un automobilista multato ingiustamente il diritto a ottenere un rimborso
da parte del Comune di Milano per le ore trascorse fra cancellerie, uffici e aula d'udienza

Articolo del: 08/07/2011
Autore: FRANCO VANNI

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Chi fa ricorso contro una multa, e lo vince, ha diritto a un risarcimento dal Comune per il tempo perso nel contestare il verbale. Lo sostiene una sentenza del giudice di pace destinata a fare scuola, che riconosce a un automobilista multato ingiustamente un “rimborso” da Palazzo Marino, «in considerazione del tempo che il ricorrente ha dovuto destinare alla presentazione del ricorso e all’udienza». Il giudice ha quantificato in 150 euro il valore del tempo buttato dall’uomo fra cancellerie, ufficio ricorsi e aula d’udienza.

A firmare la sentenza è Mario Piscitello della settima sezione civile, che ha applicato l’articolo 96 del codice di procedura civile, modificato nel 2009, secondo cui «quando si pronuncia sulle spese, il giudice, anche d’ufficio, può condannare la parte soccombente al pagamento, a favore della controparte, di una somma equitativamente determinata». Un forfait deciso più con il buonsenso che con calcoli aritmetici. In questo caso il Comune dovrà risarcire un automobilista multato per essere entrato in area Ecopass, nonostante avesse pagato regolarmente il ticket. Per l’uomo, che si è difeso da solo senza rivolgersi a un avvocato, i 150 euro corrispondono alle ore di lavoro perse per fare valere le proprie ragioni. Il Comune dovrà restituirgli anche i 33 euro spesi per le pratiche di contestazione alla multa.

Secondo la sentenza, il danno dipende dal fatto che, mentre il Comune può decidere di non costituirsi parte nel processo, «il ricorrente non poteva non partecipare alle udienze se non a rischio della convalida del provvedimento impugnato», come scritto nella sentenza. «Questa interpretazione potrebbe estendersi a tutti i casi in cui un cittadino decida di contestare una multa in prima persona», dice un giudice che ha avuto modo di leggere la sentenza dopo la pubblicazione. E Piscitello aggiunge: «Un pronunciamento simile sarebbe possibile anche per una casalinga costretta a rinunciare a qualche ora in compagnia dei suoi nipoti, o per un disoccupato che perde tempo utile a cercare un lavoro». Gli effetti del pronunciamento potrebbero essere devastanti per le casse del Comune. Nel 2010 i ricorsi contro le multe sono stati 40mila, nei primi sei mesi di quest’anno si è già a quota 25mila.

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