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Aggredita sulla pista ciclabile
Città ostile per chi va in bici
La ciclista: «Spintonata giù dalla bicicletta all'urlo di «Noi camminiamo dove c***o vogliamo!»

Articolo del: 18/04/2011
Autore: Isabella Bossi Fedrigotti

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Aggredita sulla pista ciclabile
Città ostile per chi va in bici
La ciclista: «Spintonata giù dalla bicicletta all'urlo di «Noi camminiamo dove c***o vogliamo!»

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dalla parte del cittadino

Aggredita sulla pista ciclabile
Città ostile per chi va in bici

La ciclista: «Spintonata giù dalla bicicletta all'urlo di «Noi camminiamo dove c***o vogliamo!»

Gentile dottoressa,
probabilmente di mail su aggressioni e simili brutture ne riceve a vagonate; con questa mia però voglio metterla a parte della profonda inciviltà che intride la nostra città. Martedì mattina, più o meno intorno alle 11, stavo andando con la mia bicicletta sulla nuova pista ciclabile realizzata tra i bastioni di Porta Venezia e via Palestro; come al solito, due signori camminavano tranquilli sulla pista, nonostante il marciapiede fosse assolutamente sgombro. Due «signori» (le virgolette non sono casuali) appunto, di mezza età, ben vestiti, di ceto alto, italiani. Scampanello per chiedere strada, e perché, insomma, è una ciclabile! In genere, e lo so bene poiché la bici è il mio mezzo di trasporto, le persone ti insultano, ti mandano a quel paese, ma ormai, essendo ciclista, non ci faccio più tanto caso. Ieri, ed è per questo che le scrivo, sono stata aggredita. Spintonata giù dalla bicicletta all'urlo di «Noi camminiamo dove c***o vogliamo!», quasi gettata in strada, insultata. Sono riuscita, naturalmente, a scappar via, la giovane età mi ha aiutato. Questa l'assurda esperienza di martedì, aggredita da due pedoni che avevano deciso di camminare sul questo nuovo «marciapiede» rosso. Successivamente, mi sono fermata alla prima auto di polizia locale che ho incontrato, e cortesemente mi è stato consigliato la prossima volta (la prossima volta?) di chiamare il 113. Però io adesso chiedo: sul marciapiede — giustamente!— con la bici non posso andare, in strada rischio la vita a ogni semaforo... e le ciclabili sono popolate di ambigui ed aggressivi personaggi? Qual è la giustificazione a una simile reazione? Sono forse stati infastiditi dal mio campanello? E quando sentono un clacson? E se avessi avuto dietro la mia bambina di due anni?
Iole Barbàra

Come spiegare una reazione così selvaggia da parte di due «signori»? Con l'evidenza - certo- che quei due signori non lo erano affatto, nonostante i bei vestiti, bensì soltanto buzzurri zotici e aggressivi: persone, insomma, tra le più pericolose in quanto di aspetto insospettabile. In parte, però anche con la profonda ostilità che da qualche tempo si sente serpeggiare a Milano nei confronti dei ciclisti. Dovuta agli automobilisti che con le nuove piste si sono visti restringere alcune carreggiate e sparire dei comodi parcheggi (sia pure vietati), ai motociclisti ai quali le bici danno comunque fastidio nel traffico, ai pedoni che non li tollerano sui marciapiedi, ma, certamente anche alla diffusa maleducazione dei ciclisti stessi che tendono a trasgredire davvero troppe regole del codice della strada.

Commento: Quella dei ciclisti povere vittime è la nuova leggenda metropolitana. Al di là del singolo caso, che può senz' altro essere andato come descritto (i cafoni sono ubiqui), è veramente paradossale che i ciclisti si atteggino a vittime.
Il Comune sta spendendo milioni di Euro in piste ciclabili formato pista formula 1. Queste vengono costruite regolarmente a scapito di chi deve muoversi in auto, restringendo carreggiate, creando così ingorghi, e eliminando centinaia di posti di parchggio (come se a Milano già non fossero troppo pochi). Per di più ,al danno si aggiunge la beffa, dato che una buona parte dei ciclisti continua a viaggiare in mezzo alla strada, anche con la pista ciclabile a fianco, creando così intralcio in strade ormai strette.
Va poi detto che la categoria dei ciclisti è forse la più indisciplinata in assoluto. Di notte non ce ne è uno che abbia le luci, fermarsi al semaforo rosso è in genere un optional (lo fanno solo quando proprio non se ne può fare a meno, perchè altrimenti finirebbero sotto un camion). Sulle strisce i ciclisti pensano di essere pedoni, come pure sui marcipiedi, ove spesso e abbondantemente viaggiano senza porsi troppi problemi. Le bicilette hanno poi accesso anche alle corsie preferenziali, dove, naturalmente, vista la loro lentezze e fragilità, rappresentano un sicuro intralcio al movimento dei mezzi pubblici.
Forse bisognerebbe ricordare loro che girare in bici è bello, ma le ambulanze, i pompieri, la polizia e tutti gli altri mezzi di emergenza vanno su quattro ruote, e se, la prossima volta che ne avranno bisogno, uno di tali mezzi arriverà con grande ritardo perchè imbottigliato in coda, sarà forse anche perchè le strade sono state ristrette per fare spazio alle piste ciclabili...


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