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Si discute (troppo) del ticket ma il problema è la mobilità

Articolo del: 16/03/2011


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Partiamo da un dato: otto veicoli su dieci di quelli che ogni giorno entrano in centro non pagano Ecopass. Non lo pagano perchè ormai la maggior parte dei milanesi ha auto nuove di zecca e quindi in regola con le normative ambientali, almeno fino al prossimo codicillo che alzerà l’asticella dei limiti e che magari tasserà tutti di nuovo. Ma tant’è. Oggi il ticket d’ingresso riguarda quindi un piccola fetta di automobilisti, gli altri circolano liberamente e le polveri sottili pure anche se, va detto, solo il 22 per cento viene prodotto dal traffico veicolare. Tutta la discussione su Ecopass, congestion charge e pareri dei saggi sembra quindi un po’ esagarata. Intendiamoci, è sacrosanto capire cosa Letizia Moratti o Giuliano Pisapia intedenderanno fare, se verranno eletti, in tema di lotta all’inquinamento. Anzi, dev’essere una priorità vista l’aria che tira da queste parti. Ma l’impressione è che tutto il dibattito ruoti un po’ troppo attorno ad un tema che di fatto è diventato più di elettoral-politico che non sostanziale e che nessuno abbia voglia e coraggio du fare scelte coraggiose e quindi poco popolare alla vigilia delle elezioni. «L’Ecopass serve soprattutto a disincentivare il traffico privato...» dice chi lo sostiene. Perfetto. Ma così com’è lo disincentiva pochissimo e basta farsi un giro in centro per rendersene conto. Si discute di tariffe, di fap, di euro 4-5, motori di nuova generazione, a metano, a gpl ed altre particolarità tecniche. Si discute intorno ad un qualcosa che però sa molto poco di reale. E la realtà è che se domattina un milanese decide di lasciare l’auto in garage e prendere un tram che dalla periferia arriva in centro rischia di aspettare alla fermata anche un quarto d’ora. La realtà e che se un milanese domattina sceglie di avventurarsi in centro in bicicletta è costretto a fare lo slalom tra le auto posteggiate sulle piste ciclabili (dove ci sono) oppure a rischiare la pelle tra una rotaia del tram e un lastrone di pavè rimasto sollevato in Corso Magenta. Ma il problema riguarda anche (soprattutto) i pendolari che in città spesso ci vengono in auto non per scelta ma per assoluta necessità. Ci sono paesini dell’hinterland serviti da autolinee in concessione che non si sa quando partono, quando passano o addirittura se passano ed esistono stazioni ferroviarie modello deserte perchè non ci sono i treni. Ecco perchè Ecopass da sè non è sufficiente a combattere traffico e smog. Non basta un ticket da due, tre, cinque o dieci euro a convincere chi si muove in auto a lasciarla in box. Servono le alternative.

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