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Metrò, la linea verde per Assago
taglia il 40 per cento delle auto
Soddisfatto il sindaco Musella: "Adesso un tavolo per le tariffe". Settantamila passeggeri
in due settimane. Sempre più pendolari scelgono i pullman per arrivare fino al capolinea

Articolo del: 09/03/2011
Autore: Ilaria Carra

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Funziona da due settimane, il nuovo metrò verde fino ad Assago. Due fermate in più, oltre Famagosta, che hanno già convinto quasi la metà dei pendolari della zona a lasciare l’auto nel garage e a prendere solo i mezzi per andare al lavoro. Parola dell’amministrazione, che ha sguinzagliato i vigili per le strade a monitorare i flussi di traffico ogni mattina all’ora di punta, verso Milano dall’hinterland ovest e viceversa. E il verdetto è significativo: «Il traffico di attraversamento del nostro territorio si è ridotto di oltre il 40 per cento — dice Graziano Musella, sindaco di Assago — da Corsico e Buccinasco in tanti hanno optato per il pullman fino al nuovo metrò, che velocemente porta a Milano. Temevo invece l’effetto opposto di congestione, siamo molto soddisfatti».

Le code su via Di Vittorio e via Papa Giovanni XXIII si sono notevolmente ridotte, ora la fila si limita alla rotatoria del Forum. In due settimane, stando ai dati di Atm, il nuovo metrò l’hanno preso in 70mila. E la redistribuzione delle linee di autobus tra l’hinterland e il metrò, con un leggero incremento delle corse, avrebbe scoraggiato l’uso dell’auto: lo dimostra il fatto che solo un terzo dei 4.500 posti del parcheggio (che saliranno a 11mila per l’estate a lavori finiti) viene occupato, dice l’amministrazione locale che continuerà a monitorare il traffico fino a giugno.

L’effetto positivo del metrò sulla mobilità c’è stato. «È un buon inizio, anche se prevedibile, questa è la strada della mobilità pulita — commenta Fabio Torta, docente di economia dei trasporti al Politecnico — l’interscambio con i bus sta funzionando, anche se la sua potenzialità è maggiore e si raggiungerà soltanto quando il parcheggio attrarrà utenti non solo dai dintorni ma anche da più lontano». Per avere questi primi benefici, si sono dovuti attendere anni, però. Inaugurato lo scorso 20 febbraio, il prolungamento da Famagosta ad Assago ha avuto una storia infinita. Quasi cinque chilometri di tracciato, due nuove fermate, che ha debuttato quattro anni in ritardo, a causa degli extracosti (18,5 su 70 milioni previsti) e guai tecnici che hanno fatto slittare più volte il taglio del nastro.

Mentre stasera i nuovi ammortizzatori posizionati sulla passerella tra il Forum e i binari saranno testati dai fan di Kylie Minogue — a controllare ci sarà anche la Protezione civile con i vigili — da risolvere, ora, per Assago resta il nodo della tariffa: 2,10 fino a Porta Genova, tre fermate. Troppo alta, protestano Comune e pendolari. «Entro l’anno tariffe più eque» aveva assicurato il governatore Formigoni all’inaugurazione. Oggi il sindaco di Assago torna alla carica per accelerare: «Attiverò un tavolo dei sindaci dell’hinterland con la Provincia entro fine mese, le tariffe restano troppo alte», dice Musella. Disponibile al confronto l’assessore provinciale ai Trasporti, Giovanni De Nicola: «Concordo con la necessità che ci sia un documento unico su cui poggiare al più presto le nuove tariffe».

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