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Eccessiva l'offerta verso lo scalo, a discapito del servizio riservato ai pendolari
«Troppi treni fantasma per Malpensa»
Dossier degli ambientalisti: sui 51 convogli da Milano Centrale solo il 7% dei posti occupati

Articolo del: 26/01/2011
Autore: Claudio del Frate

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MALPENSA (Varese) - Tutto si potrà dire, stavolta, tranne che Malpensa è un aeroporto tagliato fuori dal resto del mondo. Perché la critica che viene mossa adesso è quella di aver troppi treni diretti da Milano verso lo scalo che viaggiano praticamente vuoti. Numeri alla mano, è la sezione lombarda di Legambiente a denunciare che, istituendo 130 corse giornaliere da e per Malpensa, si è esagerato. Anche perché la società Lenord, investendo risorse su questa linea, sottrae soldi ai tradizionali collegamenti pendolari per Milano, che sono la sua principale fonte di ricavi. Sotto il fuoco degli ambientalisti, in particolare, è la nuova tratta istituita tra la stazione di Milano Centrale e l'aeroporto varesino, i cui convogli viaggiano in media con appena il 7% dei posti occupati.

L'analisi dell'offerta ferroviaria, che in teoria dovrebbe contribuire a decongestionare l'intasatissima autostrada A8, è stata illustrata ieri da Legambiente. «La novità dell'orario invernale - attacca Dario Balotta, ex sindacalista Cisl e ora responsabile del settore trasporti per Legambiente - è stata l'introduzione delle 51 corse giornaliere da Milano Centrale a Malpensa, che si sono sommate alle 79 già esistenti da Milano Cadorna. In questo modo la tratta verso l'aeroporto è diventata la più importante per la società Lenord, arrivando a sommare 2,3 milioni di chilometri l'anno, contro, ad esempio 1,5 milioni della Milano - Varese». Ci si aspetterebbe, a fronte di un impegno tanto massiccio di mezzi verso una sola destinazione, un ritorno economico all'altezza. E invece no: secondo i dati forniti ieri le carrozze da Milano Centrale registrano un fattore di riempimento pari appena al 7%, che equivalgono ad appena 1.500 passeggeri al giorno su un totale di circa 21mila posti a disposizione. Il treno in generale sembra non attirare granché i viaggiatori di Malpensa, se è vero che, secondo altre fonti anche sulla linea da Cadorna appena il 22% dei sedili viene mediamente occupato.

Tale distribuzione dei passeggeri si riflette inevitabilmente sui ricavi incassati da Lenord. Sempre secondo il dossier di Legambiente i collegamenti con Malpensa rappresentano appena il 3% degli introiti della società, contro il 24% della Milano - Saronno, il 21% della Milano - Mariano o il 12% della Milano - Varese. Tra le cause che portano alla disaffezione nei confronti del treno Legambiente indica ad esempio che non esiste un fermata per il terminal 2 di Malpensa, dove si sviluppa il 40% del traffico aereo; oltre a ciò, per uno scalo da 18 milioni di passeggeri l'anno 130 convogli giornalieri sono eccessivi. «Non vorremmo che gli ormai imminenti aumenti delle tariffe sulle linee dei pendolari - commenta Balotta - servano a Lenord proprio a coprire i buchi lasciati dalle tratte verso l'aeroporto; meglio sarebbe riequilibrare gli sforzi e riservare maggiori risorse sui collegamenti più redditizi, migliorando la qualità del trasporto per chi ogni giorno utilizza il treno».

L'amministratore delegato di Lenord, Giuseppe Biesuz, respinge però le critiche: «Dario Balotta è l'unico dirigente ambientalista in Italia e anche in Europa che invece di sostenere l'offerta ferroviaria non perde occasione per attaccarla. E lo fa con una serie di bugie. La prima: i "Malpensa" viaggiano vuoti, ma i numeri dicono +20,8% di passeggeri a parità di voli su Malpensa. E la crescita è sostenuta interamente dalle nuove corse via Centrale. La seconda bugia: penalizza i pendolari, ma il 50% della clientela è proprio pendolare, e già oggi il Malpensa Express fornisce un importante servizio anche per i viaggiatori dalle stazioni intermedie. La terza bugia è che il Malpensa Express sottrae risorse al servizio ferroviario regionale: la realtà è che non gode di contributi pubblici ma si regge sui biglietti venduti e sulla pubblicità».

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