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Semafori con il rosso truccato: così 30 città si spartivano la torta

Articolo del: 19/09/2008
Autore: Enrico Lagattolla

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Una torta da dividere in pochi. E a chi è fuori dal «cartello», solo le briciole. Oltre ogni logica di mercato. Una lettera. È il 12 luglio 2006. La Eltraff Srl scrive al Comune di Segrate, nell’hinterland di Milano. È appena stata tagliata fuori dalla gara per l’installazione dei T-red. «Ci incuriosisce - è scritto ironicamente - conoscere le motivazioni che spingono un’amministrazione a spendere una cifra così elevata (1.5 milioni di euro l’anno), contro una cifra così modesta (110mila una tantum) pur avendo, le due apparecchiature, analoghe prestazioni e tenendo conto che le apparecchiature, nella soluzione da noi proposta, una volta acquistate sono di proprietà del Comune». E a Segrate se lo chiedono in molti, considerato che il Comune - solo tra maggio e settembre 2007 - si è visto recapitare dalla Scae (una delle società finite nell’inchiesta della Guardia di finanza) fatture per 250mila euro. Il motivo è uno solo: è così che si può continuare a mungere la vacca. Gli automobilisti.

È il cartello che costruisce il monopolio, ed è in questo modo che gli Enti locali gonfiano le casse. Secondo un meccanismo oliato alla perfezione, e ripetuto nei 29 comuni che con la cordata guidata dalla Ci.Ti.Esse hanno fatto affari. Qualche esempio. Il 27 marzo 2007 la ditta di Raoul Cairoli (ora in carcere) manda un’e-mail a un indirizzo di posta privato. Oggetto: «T-Red». Nel file, l’elenco delle ditte che dovranno partecipare alla gara d’appalto del Comune di Invorio (Novara). Quell’indirizzo - scoprono i finanzieri - è quello del sindaco, che inviterà proprio quelle aziende. E a vincere sarà la Ci.Ti.Esse. Ancora, verbale del comandante della polizia locale del Comune di Paullo, davanti ai finanzieri. «Fu Astorri (titolare della Scae, ndr) a predisporre tutta la documentazione necessaria per l’indizione della gara. Mi consegnò tutti i file, tra i quali anche l’elenco delle ditte da invitare alla gara. L’unica cosa che feci, fu l’inoltro delle raccomandate alle ditte che mi aveva indicato Astorri». A quell’appalto partecipano tre aziende, tutte del cartello. Due offrono un ribasso dell’1 e dello 0,01 per cento. Praticamente nullo. A mani basse, il contratto è della Scae. A Spino d’Adda, poi, ci si ingegna. Perché, tra i concorrenti, c’è anche la Velocar srl, estranea alla cordata. Problema risolto con un «disguido» postale. La lettera d’invito, infatti, viene inviata a un indirizzo sbagliato. La Velocar non partecipa alla gara, vinta dalla Scae. Che presenta il conto: 177mila euro nel solo secondo semestre del 2007. E gli automobilisti di Spino d’Adda pagano. Ma per andare sul sicuro, basta indicare concorrenti «impresentabili». A Barge (Cuneo) è inserita nell’elenco la Teleservice, specializzata in «riparazione di apparecchiature elettriche», ma non nell’installazione di T-red o autovelox. Altro cavallo perdente, la Publi.Sec srl. A Certaldo (Firenze), la mettono in lista. La ditta, però, si occupa di gestione dei cimiteri.

E proprio a Certaldo parte la ritirata dei sindaci. Il Comune fiorentino, infatti, ha fatto sapere che indirà una nuova gara, e lo stesso farà l’amministrazione di Larciano (Pistoia), che ha sospeso il pagamento alla Centro servizi srl, una delle aziende del cartello. Un piccolo terremoto, mentre le fiamme gialle sequestrano 46 apparecchi a infrarossi in tutta Italia. È la corsa - senza autovelox - di quei sindaci che coi «signori delle multe» hanno nutrito i propri bilanci.

Commento: E chissà quante volte "far cassa" è il criterio seguito anche nel posizionamento degli autovelox, dei divieti di sosta, dei vari altri intralici e divieti che rendono un problema muoversi con l' auto in tante zone d' Italia, compresa Milano. Tante volte senza che vi siano illeciti legali come nel caso descritto nell' articolo, ma sicuramente con illeciti morali.

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