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Fronte unico contro lo smog
Le strategie delle regioni

Articolo del: 04/09/2013
Autore: sharari@hotmail

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Bene ha fatto il ministro dell'Ambiente Andrea Orlando a richiamare Lombardia, Veneto, Piemonte e Val d'Aosta (oltre alle province autonome di Trento e Bolzano) sul tema dell'inquinamento. L'invito è a istituire rapidamente un'alleanza istituzionale di questa vasta area geografica per interventi coordinati sullo smog. L'idea è in linea con quanto suggerito da più parti, compreso da queste colonne, da molti anni; nulla di nuovo insomma, ma almeno il problema è stato posto correttamente. Soprattutto è stato posto, visto che di questi tempi di inquinamento se ne sente parlare poco o niente, il che, considerando che il 2013 è l'anno europeo dell'aria, suona davvero come un paradosso. Le priorità sono, comprensibilmente, altre, viviamo sommersi dalle emergenze economiche e dalle varie tragedie che il mondo quotidianamente ci riserva. Lo smog però non è affatto scomparso, continua a essere un problema maggiore di salute pubblica.

Crescono a gran velocità i dati scientifici sugli effetti nocivi dell'aria inquinata mentre, oggi come ieri, di provvedimenti se ne vedono ben pochi. Così, nell'ignavia più assoluta, apprendiamo quasi settimanalmente nuovi aspetti sui meccanismi d'azione e sulle tossicità del particolato e delle altre sostanze nocive. Risale solo a pochi mesi fa un'ulteriore prova scientifica del ruolo degli inquinanti atmosferici nello sviluppo di alcuni tumori.

Regione Lombardia ha approvato da alcuni mesi il piano per la qualità dell'aria, ma nulla è poi accaduto. Sono invece arrivate puntali le sanzioni dell'Unione Europea per la mancata attuazione di interventi e strategie correttive, e altre ancora ci attendono dietro l'angolo. In passato, malgrado tutte le inadempienze, siamo in qualche modo riusciti a sfuggire a multe che sarebbero state molto onerose, questa volta però il rischio che la Ue ci imponga direttamente una serie di costosi interventi è concreto.

Per questo un'azione coordinata tra le diverse Regioni del Nord sarebbe più che auspicabile e saggia, ad esempio per spostare il traffico merci su mezzi alternativi alla gomma, in modo tale da creare nuovi corridoi ferroviari e sviluppare così sistemi alternativi integrati di trasporto interregionale.

Non si può dire che il Comune di Milano non abbia fatto sinora la sua parte: prima con il sindaco Moratti e Ecopass, poi con l'attuale giunta e Area C, oltre a bike sharing e car sharing, ha cercato di modificare la viabilità, intervenendo sul traffico per quanto possibile, e ha poi potenziato il teleriscaldamento. Più di tanto è però difficile incidere, inoltre non fa parte delle competenze comunali risolvere i problemi dell'inquinamento e di tutto ciò che vi è connesso. L'incontro di mercoledì al Pirellone, se ben sfruttato, potrebbe essere una prima occasione per fare riflessioni e programmare azioni comuni e magari, per la Lega, si potrebbe anche trasformare in una buona opportunità politica. Difficile farsi troppe illusioni ma sperare è sempre lecito.

Commento: Ennesimo articolo allarmistico e che rimesta nel torbido (dell'ignoranza e della confusione) pur di fare presa.
In realtà le prove sui presunti danni alla salute di livelli dell'inquinamento come si riscontrano a Milano sono tutt'altro che prove, semmai numeri sparati un po' a caso sulla base di dubbie analisi statistiche (che infatti portano ogni volta a risultati diversi).
Inoltre tutte le evidenze sperimentali portano a confermare che la causa principale dell'inquinamento anche presente a Milano siano i riscaldamenti, e non certo il traffico, causa del tutto secondaria.
Si confronti il libro Arcipelago Area C


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