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Le aree nasceranno a partire dalla prima cerchia periferica della città
Scatta la rivoluzione dello slow drive
Auto non oltre i 30 chilometri all'ora
Prima le vie Crocifisso e Sant'Orsola, poi il quadrilatero tra corso Buenos Aires, viale Piave, via Pisacane e via Bixio

Articolo del: 05/01/2013
Autore: Paola D'Amico

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MILANO - Sarà l'anno della «Zona 30». Le aree di città, dove non si potrà superare la velocità di 30 chilometri all'ora, nasceranno a partire dalla prima cerchia periferica, dopo i Bastioni (circoscrizione 3). Per l'esattezza dal Lazzaretto. A breve, nel primo quadrilatero compreso tra le vie Lazzaretto, San Gregorio, Buenos Aires e Vittorio Veneto saranno posizionati i cartelli segnaletici e gli automobilisti dovranno rallentare, dinanzi al sedime stradale rialzato al livello dei marciapiedi. Poi, la rivoluzione Slow drive proseguirà nel quadrilatero accanto, delimitato da corso Buenos Aires, viale Piave, le vie Pisacane e Nino Bixio. E così avanti, con un terzo blocco (Bixio, Majno, Castelmorrone, Concordia) di città.

Intanto, dopo via Palermo e Ariberto, anche le vie Crocifisso e Sant'Orsola, entro un paio di settimane dalla ripresa delle lezioni, saranno car free (vietate alle auto) nell'orario di entrata e uscita degli studenti. Siamo in zona 1 (Centro Storico) dove prosegue inesorabile il progetto sicurezza per pedoni e ciclisti. Non è un caso se proprio da qui, un anno e mezzo fa, era partita la proposta di creare una «Zona 30», a beneficio anche di utenti di scuole e ospedali. Il progetto individuava l'area Missori-Torino, compresa nel triangolo fra via Torino/Cesare Correnti, corso Italia/Mazzini e il tratto della cerchia dei Navigli De Amicis/Molino delle Armi, è stato fatto proprio dall'assessorato alla Mobilità, che però ora intende estenderlo a «più aree cruciali all'interno dei Bastioni», come precisa il presidente commissione Mobilità di zona 1, Stefano D'Onofrio.

In attesa che gli uffici completino la pratica, ecco così passare in testa alle priorità il progetto gemello della Zona 3: le zone lente a velocità controllata, una dopo l'altra come tassellini di un puzzle, formeranno una corona attorno al centro. «Questa è la strada per conciliare la vita di ciclisti e automobilisti senza investire soldi in faraoniche piste ciclabili», commenta Michele Sacerdoti, consigliere in Città Studi: «È noto come viaggiare a 30 all'ora - aggiunge - abbatta l'incidentalità e sia il primo passo per la sicurezza dei pedoni». Politica peraltro già seguita nei comuni più piccoli dell'hinterland, dove sono allestite aree protette per i pedoni e dove incontrare il limite dei 30 km/h è la prassi. Le ordinanze del sindaco ci sono. La parola passa ora agli uffici Arredo Urbano e all'assessorato alla Sicurezza, che dovrà garantire gli uomini in divisa almeno nella fase di rodaggio.

Commento: La giunta Pisapia prosegue con la sua dissennata politca di strangolamento della città, per la quale la mobilità, invece che un bene da tutelare, è un reato da ostacolare e perseguire. Quindi da una parte asseconda ancora una volta le deliranti pretese della lobby ecociclotalebana, che rappresenta lo zoccolo duro del suo elettorato e fornisce le sue truppe cammellate sul territorio, dall'altra crea nuove occasioni per fare ancora più multe all'occorrenza.
Che la città si svuoti, che le attività commerciali e imprenditoriali, già in affanno a causa della crisi generale, si trasferiscano sempre più fuori Milano a loro non interessa. Infatti, chi abita le stanze dei bottoni del Comune sta comunque così bene da non avere problemi in ogni caso.


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