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Ciclisti, 26% in più in cinque anni
Maran: le ciclabili nei controviali
Più 3 per cento di biciclette sulla Cerchia dei Navigli in un anno. In viale Romagna il primo esempio
di strada riservata. Censimento Fiab: sui Navigli il maggior numero di passaggi negli orari lavorativi

Articolo del: 19/12/2012
Autore: LUCA DE VITO

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Crescono silenziose e costanti, come una foresta. Statistiche alla mano, le biciclette a Milano sono diventate un fenomeno difficile da ignorare: ad autunno in una giornata di lavoro normale — dicono le rilevazioni di Ciclobby — il traffico ciclistico è salito del 3 per cento rispetto allo scorso anno, del 26 per cento rispetto al 2007. Qualcosa come 34.100 passaggi registrati in dodici ore attraverso punti di monitoraggio lungo la Cerchia dei Navigli.

È un salto di qualità maturato e stabilizzatosi nell’arco di cinque anni che adesso, come tutte le novità, impone esigenze di rinnovamento: «L’obiettivo e lo stimolo che rivolgiamo al Comune — spiega Valerio Montieri di Ciclobby Milano — è quello di lavorare per garantire strade sicure per le biciclette». Una considerazione solo apparentemente banale. L’affermarsi della categoria dei ciclisti sulle strade, infatti, porta con sé una naturale richiesta di spazi e diritti sulla carreggiata: «Non chiediamo più che si costruiscano piste ciclabili — aggiunge Montieri — abbiamo capito che sono costose e difficili da realizzare in una città come Milano. E anche i percorsi ciclopedonali non ci convincono più di tanto: perché relegare i ciclisti sui marciapiedi? Sarebbe una sconfitta. La bicicletta deve poter stare in strada».

L’indagine di Ciclobby mette a confronto i dati raccolti negli ultimi dieci anni. Dal 2002 i volontari dell’associazione sono scesi in
strada per registrare i passaggi periferiacentro e centroperiferia, attraverso alcuni punti chiave: 90 osservatori dislocati lungo quattordici postazioni sulla Cerchia dei Navigli, più una su porta Venezia e una in corso Buenos Aires. I passaggi delle bici si concentrano nelle ore di punta (8,30-9,30 e 18-19,30) a dimostrazione del fatto che l’utilizzo è legato principalmente agli spostamenti casalavoro.

Un’altra annotazione riguarda le postazioni più frequentate: che sono, nell’ordine, Corso Buenos Aires, Corso Venezia, via Beltrami, corso di Porta Vittoria, Corso di Porta Romana, Cesare Correnti, San Vittore. In Buenos Aires e viale Tunisia, sul totale dei passaggi, il 15 per cento sono biciclette, il 29 moto e il 56 auto. «È un dato sorprendente — aggiunge Montieri — ma è soltanto un’indicazione degli spostamenti lungo quella direttrice e non deve essere preso come una percentuale relativa a tutti gli spostamenti in città».

Sarà l’effetto Pisapia, sarà la crisi che ci fa risparmiare sulla benzina, saranno le battaglie di #salvaicicilisti. Sarà il Bike Sharing che è diventato un mezzo pubblico irrinunciabile. Fatto sta che l’uso delle bici, in città, cresce. Un quadro incoraggiante che però pone questioni urgenti. In primis, quello della sicurezza. Due le soluzioni che propone Ciclobby: le zone 30 e i controviali delle strade a ampio scorrimento chiusi alle auto e dedicati ai ciclisti. «Abbiamo in progetto zone 30 in tutte le aree oltre la zona 1 — risponde l’assessore ai Trasporti, Pierfrancesco Maran — in particolare in via Tortona dove sono già al lavoro i comitati del quartiere. Sul secondo punto c’è un progetto per viale Romagna e viale Campania con l’inserimento di dissuasori tipo castellane che limiteranno il passaggio delle auto».

Commento: La nostra amministrazione presta sempre molta attenzione a tutte le proposte volte a creare code e intasamenti e a ridurre la mobilità (Quella vera, non quella dei privilegiati che per andare a lavorare fanno la passeggiatina in bici). Perciò c'è senz'altro il rischio che altre strade vengano chiuse al traffico.
Le scarse risorse vengano utilizzate per migliore i mezzi pubblici.


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