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emergenza inquinamento nell'area milanese
Smog oltre i limiti, pronti i divieti d'urgenza
Polveri fuorilegge da otto giorni consecutivi
Da martedì potrebbe entrare in vigore lo stop alla circolazione degli Euro 3 diesel

Articolo del: 25/11/2012
Autore: Gianni Santucci Armando Stella

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MILANO - La stagione dell'emergenza smog è introdotta da otto giorni consecutivi di inquinamento fuorilegge. Una serie nera di valori oltre il limite di guardia per la salute; un lento e inesorabile peggioramento della qualità dell'aria; un picco di 105 microgrammi di Pm10, il doppio della soglia di legge, misurato venerdì dalla centralina Arpa di via Pascal. Se la pioggia non riuscisse ad abbattere la cappa di polveri che avvelena Milano, da martedì scatterebbero in città e nella prima corona esterna le misure del protocollo provinciale antismog: stop alla circolazione delle auto Euro 3 diesel (senza filtro antiparticolato) fra le 8.30 e le 18; blocco dei furgoni commerciali Euro 3 diesel dalle 7.30 alle 10; due ore di riscaldamenti in meno; porte chiuse nei negozi per evitare dispersioni di calore; più controlli su emissioni e impianti termici. O almeno: questo è scritto nell'accordo siglato dai Comuni dell'area metropolitana, ma tocca ai sindaci firmare le ordinanze d'urgenza.

CRISI AMBIENTALE - Domanda: quanti lo faranno? L'assessore provinciale all'Ambiente, Cristina Stancari, non si sbilancia: «Verificheremo le adesioni».La Commissione europea inserirà anche i dati allarmanti del 2012 nel dossier della procedura d'infrazione per lo smog contro l'Italia e la Lombardia: il «bonus» dei 35 superamenti ai valori d'attenzione era stato già esaurito a febbraio; dall'inizio dell'anno i milanesi hanno già respirato polvere per 86 giorni (quasi tre mesi di apnea). La crisi ambientale è cronica, ma le amministrazioni rincorrono l'emergenza. Il protocollo coordinato dalla Provincia dispone l'attuazione «automatica» di un pacchetto di interventi su traffico e caldaie al decimo giorno consecutivo di Pm10 fuorilegge. La filosofia che regge l'impalcatura dei divieti è: le politiche di contenimento delle emissioni sono più efficaci se diffuse su larga scala. L'assessore comunale alla Mobilità, Pierfrancesco Maran, concorda con la collega Stancari: «Solo interventi controllati e condivisi possono affrontare i picchi di Pm10».

IL MONITORAGGIO - La contabilità dell'inquinamento è legata all'attività di monitoraggio dell'Arpa: venerdì è stato inanellato l'ottavo giorno di polveri sottili oltre il tetto dei 50 microgrammi per metro cubo d'aria, il valore di ieri sarà comunicato questa mattina, ma solo domani i tecnici certificheranno il dato della domenica e l'eventuale raggiungimento del decimo giorno nero. «In ogni caso - spiega l'assessore Stancari - i divieti non scatterebbero prima di martedì (e sarebbero sospesi al terzo giorno consecutivo di aria pulita, ndr )».

LA PIOGGIA - Con un paradosso: c'è una forte perturbazione in arrivo sulla città, la pioggia sciacquerà l'aria e pulirà le strade, e così le misure d'emergenza rischiano di arrivare ad emergenza superata. Anche per questo, riflette l'assessore Stancari, è difficile prevedere quanti sindaci firmeranno le ordinanze antismog: chi si assume la responsabilità di una decisione delicata e impopolare nelle giornate - sbagliate - di maltempo?
Il rapporto Arpa del 2011 conferma l'anomalia di Milano tra i capoluoghi della Lombardia: 132 giorni di inquinamento oltre i limiti (concentrazioni «critiche» di Pm10, biossido di azoto e ozono), il risultato peggiore in tutta la regione. «Nel 2011 - si legge nel dossier - appare interrotto il trend di graduale riduzione delle concentrazioni medie» delle polveri fini «che si stava registrando negli ultimi anni». Il motivo? «Le condizioni meteorologiche dell'autunno hanno favorito più degli anni precedenti l'accumulo degli inquinanti al suolo». A dimostrazione di quanto la variabile-clima influisca sulla crisi ambientale di Milano.

Commento: Ricomincia la solita storia delle polveri sottili, con le solite misure inutili, buone solo per dare un contentino alla parte di opinione pubblica più sensibile al problema.
Ma nessuno che dica che scorporando i valore di fondo (come previsto dalla legislazione europea) il problema scomparirebbe o quasi. Meglio pero' avere un'emergenza a disposizione per giustificare misure che mettono le mani nelle tasche dei cittadini.


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