| Atm, confusione e silenzi Ora deve dare spiegazioni
Articolo del: 08/10/2012 Autore: Alberto Giannoni
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Il problema sono soprattutto gli incidenti e i guasti, ma non solo. I mezzi pubblici di Milano sono da giorni al centro di una serie di «problemi» che, sia detto senza allarmismo, destano preoccupazione e sorpresa. Almeno sei gli episodi. Il tamponamento, la frenata d'emergenza, il caos organizzativo sindacale in occasione dello sciopero e - notizia di ieri - un black out di mezz'ora sulla linea verde. Chiunque abbia un minimo di buon senso non può certo pensare che tutto questo sia normale, che tutto vada bene così. Eppure l'impressione è che le risposte di Atm fin dall'inizio siano state confuse e incerte. E la vicenda di ieri ne è l'ultima conferma. «I passeggeri sono stati avvisati», si è detto. Beh, ci mancherebbe altro.Ora sia chiaro: l'azienda trasporti urbani è da sempre un orgoglio di Milano, ma se oggi si trova al centro di critiche - che arrivano dal mondo politico ma non solo - non può invocare il destino cinico e baro o chissà quale complotto. Certo, un clima da «caccia alle streghe» non serve a nessuno. Tuttavia, dopo un calvario di guasti del genere, non si può considerare stravagante chi critica i vertici dell'azienda, ne contesta la gestione o peggio ne chiede le dimissioni, anche perché ci sono scelte precise anche in tema di sicurezza, che dovrebbero essere spiegate. Sottovalutare non aiuta. Non aiutano le versioni confuse e di comodo o i «black out» informativi. Non aiuta neanche, anzi determina solo una confusione di ruoli, un sindaco che si trasforma in ufficio relazioni col pubblico del servizio di trasporto urbano, e sui social network fa sapere ai cittadini (una minoranza) se sono ripartiti i treni o i bus - è successo proprio nel giorno di Melchiorre Gioia. Il sindaco dovrebbe spiegare le scelte generali che riguardano Atm, non dare avvisi su disagi o corse sostitutive. Insomma ognuno faccia il suo mestiere e si assuma le sue responsabilità. Un po' di chiarezza su quel che sta succedendo, e sul perché sta succedendo, non solo sarebbe giusta. È doverosa.
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