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Maran: sistema da riorganizzare, studiamo le capitali europee
Il flop della sosta. «Buco da 30 milioni»
Accertamenti e sanzioni solo nell'Area C
Strisce blu, il Comune incassa meno di 20 milioni l'anno. Controlli insufficienti

Articolo del: 26/03/2012
Autore: Gianni Santucci Armando Stella

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[Esplora il significato del termine: Maran: sistema da riorganizzare, studiamo le capitali europee Il flop della sosta. «Buco da 30 milioni» Accertamenti e sanzioni solo nell’Area C Strisce blu, il Comune incassa meno di 20 milioni l’anno. Controlli insufficienti MILANO - Liberi tutti. A costo zero e senza preoccupazioni. Liberi di parcheggiare la macchina senza grattare (i tagliandi per la sosta) e senza rischiare (di prendere una multa). Nessuno paga e nessuno controlla: questo è l’andazzo quotidiano del parcheggio sulle strisce blu in periferia. Così il Comune perde almeno 30 milioni l’anno di mancati incassi. Rischi e multe Il piano della «sosta regolamentata» aveva due obiettivi: scoraggiare l’uso dell’auto; mettere «a reddito» lo spazio della città. Per questo, a partire dalle giunte Albertini, a Milano sono stati delimitati oltre 60 mila posti auto a pagamento (e altri 50 mila arriveranno nei prossimi anni, a partire dai 2.400 lungo i viali Zara e Testi entro la visita del Papa, in giugno). La città però è tagliata in due. Il centro è la «zona rossa», con il massimo rispetto delle regole. Pagano quasi tutti (2 euro l’ora) perché la probabilità di una sanzione è altissima. Risultato: dai poco più di 4 mila posti auto nelle strisce blu nei Bastioni, il Comune incassa circa 10 milioni di euro l’anno. Gli oltre 35 mila posti auto in periferia sono invece una «zona verde» (o meglio una zona d’ombra) in cui non paga praticamente nessuno e la probabilità di vedere un ausiliario della sosta che stacca una contravvenzione è vicina allo zero. Tra questi due estremi c’è poi un limbo intermedio che comprende i quartieri della cintura appena all’esterno dei Bastioni (da corso Buenos Aires a corso Vercelli), dove i pagamenti in regola sono abbastanza frequenti come conseguenza del rischio di sanzione non remoto. Risultato: fuori dal centro, la «sosta regolamentata» dovrebbe rendere una cifra vicina ai 40 milioni l’anno, mentre l’incasso in realtà non supera ormai gli 8 milioni. «C’è un processo di ammodernamento in corso - spiega l’assessore alla Mobilità, Pierfrancesco Maran - e i parcometri sono la prima innovazione. Stiamo studiando alcune esperienze straniere, da alcune città europee, a San Francisco, dove è attivo un sistema informatizzato. È a questo metodo che puntiamo sul lungo periodo». L’incasso totale della sosta regolamentata è stato di 19,8 milioni di euro nel 2010, sceso a 17,4 milioni nel 2011. Zone franche Via Pasteur, piccola traversa di viale Monza, non distante da piazzale Loreto. È il 23 marzo, venerdì mattina, le 11 passate da poco. Lasciare la macchina nei posti regolamentati di questa strada, come è scritto sul cartello all’angolo, costerebbe 80 centesimi l’ora tra le 8 e le 13. Le macchine parcheggiate sono 38. E questa è la situazione: 19 tra auto e furgoni in regola perché espongono il permesso per i residenti (siamo in «ambito di sosta» 30); un pass di altro quartiere («ambito» 12) quindi fuorilegge; tre auto con «gratta e sosta» scaduti da oltre una settimana. Per tutte le altre, nessuna forma di pagamento. Si gira l’angolo, altra verifica nel tratto di viale Monza fino a Loreto, lato dei civici pari, 11 e mezzo di giovedì: 76 macchine in sosta, 39 pass residenti, 5 «grattini» regolari, 32 «fuorilegge». Più una ventina di soste irregolari di altro genere sui marciapiedi, sugli angoli dei passi carrai, vicino agli incroci. In via Giacosa, dopo l’angolo con via Crespi, la situazione non cambia: 25 auto in sosta, 14 permessi per residenti, zero «grattini». Le verifiche fatte dal Corriere anche in altri quartieri esterni della città tra giovedì e venerdì mattina descrivono una proporzione sostanzialmente identica: tra tutti i posti regolamentati e disponibili, i residenti ne occupano legittimamente poco più della metà; sugli altri spazi, occupati da auto che arrivano da altri quartieri o da fuori Milano, i pagamenti regolari sono una percentuale minima, che non supera mai il 3-4 per cento. Contravvenzioni inesistenti. In relazione alle multe si scopre però qualcosa di interessante, sempre in via Giacosa, dal lato del parco Trotter: 67 auto in sosta e 38 pass per residenti di «ambito» 30; un «gratta e sosta» scaduto e un altro vecchio di un giorno; un’auto abbandonata all’interno della quale dorme probabilmente un barbone e un’altra che espone soltanto un pass «Città di Pesaro-Zona mare». Multe ce ne sono due, sui tergicristallo di una Mercedes Classe A e di una Opel Corsa. Sono posteggiate in modo da bloccare del tutto il marciapiede. Quelle uniche due multe le hanno staccate i vigili poco dopo le 8 del mattino. Vigili e ausiliari È la dimostrazione che nelle sconfinate «zone franche» della sosta le uniche contravvenzioni le fa la polizia locale per irregolarità gravi, mentre il controllo dei pagamenti per le strisce blu (che sarebbe affidato agli ausiliari) praticamente non esiste. Commenta Enrico Fedrighini, promotore dei referendum sull’ambiente: «La mancanza di controllo provoca tre danni. Si dà l’impressione che in periferia il rispetto delle regole sia un concetto molto elastico. Si perdono incassi che potrebbero essere investiti per migliorare l’ambiente. Si permette infine che i quartieri di periferia vengano usati come ]

Maran: sistema da riorganizzare, studiamo le capitali europee

Il flop della sosta. «Buco da 30 milioni»
Accertamenti e sanzioni solo nell'Area C

Strisce blu, il Comune incassa meno di 20 milioni l'anno. Controlli insufficienti

MILANO - Liberi tutti. A costo zero e senza preoccupazioni. Liberi di parcheggiare la macchina senza grattare (i tagliandi per la sosta) e senza rischiare (di prendere una multa). Nessuno paga e nessuno controlla: questo è l'andazzo quotidiano del parcheggio sulle strisce blu in periferia. Così il Comune perde almeno 30 milioni l'anno di mancati incassi.

Rischi e multe
Il piano della «sosta regolamentata» aveva due obiettivi: scoraggiare l'uso dell'auto; mettere «a reddito» lo spazio della città. Per questo, a partire dalle giunte Albertini, a Milano sono stati delimitati oltre 60 mila posti auto a pagamento (e altri 50 mila arriveranno nei prossimi anni, a partire dai 2.400 lungo i viali Zara e Testi entro la visita del Papa, in giugno). La città però è tagliata in due. Il centro è la «zona rossa», con il massimo rispetto delle regole. Pagano quasi tutti (2 euro l'ora) perché la probabilità di una sanzione è altissima. Risultato: dai poco più di 4 mila posti auto nelle strisce blu nei Bastioni, il Comune incassa circa 10 milioni di euro l'anno.

Gli oltre 35 mila posti auto in periferia sono invece una «zona verde» (o meglio una zona d'ombra) in cui non paga praticamente nessuno e la probabilità di vedere un ausiliario della sosta che stacca una contravvenzione è vicina allo zero. Tra questi due estremi c'è poi un limbo intermedio che comprende i quartieri della cintura appena all'esterno dei Bastioni (da corso Buenos Aires a corso Vercelli), dove i pagamenti in regola sono abbastanza frequenti come conseguenza del rischio di sanzione non remoto. Risultato: fuori dal centro, la «sosta regolamentata» dovrebbe rendere una cifra vicina ai 40 milioni l'anno, mentre l'incasso in realtà non supera ormai gli 8 milioni. «C'è un processo di ammodernamento in corso - spiega l'assessore alla Mobilità, Pierfrancesco Maran - e i parcometri sono la prima innovazione. Stiamo studiando alcune esperienze straniere, da alcune città europee, a San Francisco, dove è attivo un sistema informatizzato. È a questo metodo che puntiamo sul lungo periodo». L'incasso totale della sosta regolamentata è stato di 19,8 milioni di euro nel 2010, sceso a 17,4 milioni nel 2011.

Zone franche
Via Pasteur, piccola traversa di viale Monza, non distante da piazzale Loreto. È il 23 marzo, venerdì mattina, le 11 passate da poco. Lasciare la macchina nei posti regolamentati di questa strada, come è scritto sul cartello all'angolo, costerebbe 80 centesimi l'ora tra le 8 e le 13. Le macchine parcheggiate sono 38. E questa è la situazione: 19 tra auto e furgoni in regola perché espongono il permesso per i residenti (siamo in «ambito di sosta» 30); un pass di altro quartiere («ambito» 12) quindi fuorilegge; tre auto con «gratta e sosta» scaduti da oltre una settimana. Per tutte le altre, nessuna forma di pagamento.
Si gira l'angolo, altra verifica nel tratto di viale Monza fino a Loreto, lato dei civici pari, 11 e mezzo di giovedì: 76 macchine in sosta, 39 pass residenti, 5 «grattini» regolari, 32 «fuorilegge». Più una ventina di soste irregolari di altro genere sui marciapiedi, sugli angoli dei passi carrai, vicino agli incroci. In via Giacosa, dopo l'angolo con via Crespi, la situazione non cambia: 25 auto in sosta, 14 permessi per residenti, zero «grattini».

Le verifiche fatte dal Corriere anche in altri quartieri esterni della città tra giovedì e venerdì mattina descrivono una proporzione sostanzialmente identica: tra tutti i posti regolamentati e disponibili, i residenti ne occupano legittimamente poco più della metà; sugli altri spazi, occupati da auto che arrivano da altri quartieri o da fuori Milano, i pagamenti regolari sono una percentuale minima, che non supera mai il 3-4 per cento. Contravvenzioni inesistenti. In relazione alle multe si scopre però qualcosa di interessante, sempre in via Giacosa, dal lato del parco Trotter: 67 auto in sosta e 38 pass per residenti di «ambito» 30; un «gratta e sosta» scaduto e un altro vecchio di un giorno; un'auto abbandonata all'interno della quale dorme probabilmente un barbone e un'altra che espone soltanto un pass «Città di Pesaro-Zona mare». Multe ce ne sono due, sui tergicristallo di una Mercedes Classe A e di una Opel Corsa. Sono posteggiate in modo da bloccare del tutto il marciapiede. Quelle uniche due multe le hanno staccate i vigili poco dopo le 8 del mattino.

Vigili e ausiliari
È la dimostrazione che nelle sconfinate «zone franche» della sosta le uniche contravvenzioni le fa la polizia locale per irregolarità gravi, mentre il controllo dei pagamenti per le strisce blu (che sarebbe affidato agli ausiliari) praticamente non esiste. Commenta Enrico Fedrighini, promotore dei referendum sull'ambiente: «La mancanza di controllo provoca tre danni. Si dà l'impressione che in periferia il rispetto delle regole sia un concetto molto elastico. Si perdono incassi che potrebbero essere investiti per migliorare l'ambiente. Si permette infine che i quartieri di periferia vengano usati come "parcheggi di interscambio". È proprio l'effetto che il piano della sosta puntava a scoraggiare».

A guardare il numero di ausiliari, appena 130 per tutta la città, si comprende perché la tolleranza per l'illegalità della sosta è strutturalmente tollerata. Quei 130 addetti, dipendenti Atm, alle dipendenze della polizia locale per le direttive, non hanno la possibilità materiale di assicurare un pur minimo livello di controlli su un territorio tanto vasto. E lavorano per lo più in centro e nei quartieri a ridosso della Cerchia, dove sono i posti auto a 2 euro l'ora, i più redditizi per il Comune. In questa zona viene fatta anche la maggior parte delle circa 390 mila multe l'anno per sosta irregolare in città.

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