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MILANO, PRONTO SOCCORSO IN TILT: TUTTA
COLPA DI AREA C. BOOM DI PAZIENTI DOPO LE 19

Articolo del: 15/03/2012
Autore: Marisa de Moliner

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MILANO - L’Area C ingolfa i pronto soccorso del centro: Policlinico, Mangiagalli, De Marchi, Gaetano Pini e Fatebenefralli. In molti, in tempo di crisi, per non pagare i 5 euro di pedaggio, a cui si aggiungono i soldi del parcheggio, vi ci recano dopo le 19,30. Un’attesa che in alcuni casi può risultare pericolosa. Ma tant’è: scatta l’ora x, non si paga più e le emergency room si riempiono. Un problema questo che non riguarda solo quanti vanno in pronto soccorso ma anche coloro che devono recarsi in ospedale per più giorni per sottoporsi a cure ed esami importanti, tanto che la direzione del Policlinico ha chiesto al Comune una deroga per i pazienti cronici ed acuti.
Alla Clinica De Marchi raccontano che c’è anche qualcuno che ha aspettato troppo. Spiega il direttore del pronto soccorso pediatrico: «È arrivato un bambino, figlio di immigrati in uno stato di forte disidratazione che correva il rischio di uno choc ipovolemico. Il padre aveva aspettato a portarlo da noi. E non è l’unico caso anche se gli altri non sono stati di quest’entità».
Un bel guaio che si ripete anche per gli adulti e non solo quando devono recarsi al pronto soccorso. «Ma anche quando devono venire ripetutamente in ospedale per sottoporsi a cure periodiche come i dializzati - dichiara Basilio Tiso, direttore sanitario del Policlinico - i leucemici, i pazienti oncologici. Si pensi anche alle pazienti incinte della Mangiagalli, al termine di una gravidanza, e che devono devono sottoporsi a controlli, e alle mamme dei neonati prematuri». «È per tutti questi casi- continua il dottor Tiso - che abbiamo chiesto al Comune una deroga dietro nostra certificazione. E non solo, l’abbiamo chiesta anche per il nostro personale. La deroga per i dipendenti serve anche a garantire un intervento in casi d’emergenza che richiedono un grande dispiegamento di forze, quali un emergenza ambientale o un grave incidente». In ogni caso ricorda ancora Tiso «delle 330 persone che arrivano al giorno nei nostri pronti soccorso, il 15% non ne avrebbe motivo: dovrebbe andare dal medico di base».

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