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Inchiesta sull'utilizzo dei posti gratuiti destinati alle mamme in attesa
Le «strisce rosa»? Nessuno le rispetta
Inaugurate a fine aprile davanti alla Mangiagalli, le «aree di cortesia» sono affidate al senso civico dei cittadini: inesistente

Articolo del: 02/06/2008
Autore: Gioia Reffo

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MILANO - Una P sullo sfondo rosa e la figura stilizzata di una donna col pancione. La segnaletica dipinta sul marciapiede di via della Commenda non lascia dubbi: sono questi i cinque posti auto gratuiti che l'amministrazione di Milano ha riservato alle donne in gravidanza che vengono alla clinica Mangiagalli per i periodici controlli. A pochi metri, altri quattro spazi sono disegnati in via Fanti, davanti all'ingresso dell'ospedale Regina Elena.

Ma dalle auto parcheggiate sull'asfalto rosa non scendono le mamme in attesa. Solo uomini diretti in ufficio o in visita a uno dei tanti reparti del Policlinico e qualche genitore col passeggino. Sul cruscotto gratta e sosta, pass per invalidi (avendo ben cura di coprire la data di scadenza) e permessi dell'ufficio elettorale. Nessuna paura di prendere una multa per aver occupato uno spazio destinato ad altri visto che non esiste un tagliando speciale per distinguere le macchine che occupano correttamente le strisce.

«Il rispetto delle strisce rosa si basa solo sul senso civico dei cittadini.
È una prova per la città e vigileremo sull’andamento della sperimentazione» spiega l’assessore alla mobilità Edoardo Croci. Il senso civico degli automobilisti milanesi non sembra però molto sviluppato. Proprio in via della Commenda esiste da anni una corsia preferenziale per taxi ed autobus occupata ad ogni ora dalle auto in divieto di sosta. «Chi trova un posticino libero la lascia senza problemi pur di non pagare – racconta l’addetto alla sosta nelle strisce blu -. Delle strisce rosa non si preoccupa nessuno».

Poco più di un mese fa l’inaugurazione delle «aree di cortesia»: 17 luoghi di sosta suddivisi tra gli ospedali pediatrici della città. Dal Buzzi al Macedonio Melloni fino alla Mangia galli dove ogni giorno arrivano numerose donne per le visite di routine. «Non sapevamo di questa possibilità. Nessuno ci ha avvisato anche se ho fatto il corso pre parto proprio in via Fanti» racconta Elena, già alla quarantesima settimana di gravidanza, ben oltre il limite dei nove mesi e costretta quindi a tornare in Mangiagalli ogni due giorni per sottoporsi ad accertamenti. Il marito che l'accompagna lascia la macchina nell'autosilo San Barnaba (1 euro all'ora, minimo 3 ore). Una scelta quasi obbligata vista la fortuna che si deve avere per trovare un posto nelle strade adiacenti. Anche Marzia, in dolce attesa, confessa di non sapere nulla delle strisce rosa, ma «i dottori hanno qualcosa di più importante a cui pensare. Buono a sapersi però, visto che dovrò venire qui spesso fino ad agosto».


Commento: Era ovvio che finisse in questo modo, fin da subito era evidente che era solo un' altra delle varie misure superficiali e demagogiche messe in atto dall' amministrazioni attuale e passate. Come ad esempio il radiobus, che quando serve non è disponibile, e come, scommettiamo, il bike sharing che partirà nei prossimi mesi.

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