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Sciopero dei taxi in stazione e a Linate
LA PROTESTA Contro le liberalizzazioni Le auto bianche si fermano a sorpresa per dire no alla riforma di tariffe e licenze. Disagi per i passeggeri. LE TRATTATIVE Ieri ricevuti da Pisapia e oggi dal prefetto Ma il 23 è blocco totale

Articolo del: 13/01/2012
Autore: Enrico Silvestri

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I tassisti tornano sul sentiero di guerra contro la liberalizzazione delle licenza, entrano in agitazione a Linate, stazione Centrale e Duomo dove ieri hanno rifiutato di caricare i clienti.
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Facendo eccezioni solo per persone in difficoltà e quindi costrette a prendere l’auto pubblica. Per tutti gli altri la parola d’ordine era «arrangiatevi». Tutto mentre le organizzazione di categoria incontravano il sindaco. La «guerra della auto bianche» comunque è solo all’inizio:oggi alle 12.30 i sindacati incontreranno il prefetto, in attesa della giornata di fermo decisa per lunedì 23 gennaio. Al netto ovviamente di altre manifestazioni «selvagge» come quelle di ieri. Dunque lo scontro sulle licenze è solo alle prime puntate e vede contrapposte due posizioni difficilmente conciliabili. Da una parte il Governo che vuole liberalizzare il settore, dall’altra gli autisti che spiegano come le licenze, pagate salate attorno ai 200mila euro spesso raccolti con debiti e mutui, perderebbero ogni valore. Per questo già martedì poco dopo le 16 i tassisti avevano attuato i primi fermi «selvaggi» a Linate e Centrale, con l’unica deroga delle «fasce deboli». Ossia anziani, malati, handicappati, bambini e donne incinte. Per tutti gli altri invece rimanevano i mezzi pubblici o l’amico e parente da far intervenire d’urgenza. Un’agitazione che tuttavia non ha provocato grosse tensioni, i viaggiatori hanno trascinato via i loro trolley dai posteggi senza protestare. Ieri si è replicato a partire dalle 17.30, con le stesse eccezioni di due giorni fa, giusto mentre i rappresentanti di categoria salivano a palazzo Marino per incontrare il sindaco Giuliano Pisapia. Che ha allargato le braccia, spiegando di comprendere le ragioni del loro disagio e condividere la richiesta di incontrare il Governo prima di arrivare alla firma del provvedimento. Ma di non voler entrare nel merito della vertenza, pur nel timore che altre e più forti agitazioni possano mettere in grossa difficoltà l’intera città.Poi è arrivata la drammatica notiziadella morte del vigile urbano a Niguarda e il primo cittadino si è precipitato sul posto. I sindacalisti usciti dall’incontro si spostavano pertanto a Linate e Centrale per incontrare gli associati e spiegare il punto delle trattative. Che loro sperano ancora aperte visto che questa mattina il prefetto Gian Valerio Lombardi li riceverà a palazzo Diotti. Un breve conciliabolo poi verso le 20.30, gli autisti hanno ripreso a caricare i clienti. Ma già con una data in calendario: il 23 gennaio quando l’intera categoria attuerà un fermo a livello nazionale. Sempre che nel frattempo non partano altre iniziative estemporanee. Ma c’è un’altra liberalizzazione che fa paura: quella degli orari dei negozi. Di fatto in Lombardia c’è già da un pezzo ma ha le sue regole, i suoi limiti, il suo calendario prestabilito. Ieri le vecchie regole e quelle nuove, imposte dal decreto Monti, sono state analizzate nel primo incontro tra Comune e Regione. A parte un disaccordo sull’inizio della liberalizzazione (a Palazzo Marino erano convinti scattasse solo fra 90 giorni), la linea di lavoro è stata condivisa. Il primo tema affrontato riguarda gli orari dei bar. Che potranno sì tenere aperto liberamente, purché rispettino alcuni vincoli. Non dovranno disturbare i residenti e la quiete pubblica e quindi si deciderà, caso per caso, in base alla zona in cui si trova il locale e in base alle garanzie fornite dal gestore.

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