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Carlo Masseroli ad Affaritaliani.it: "Referendum contro Area C"

Articolo del: 24/12/2011


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l Pdl pensa a un referendum contro Area C. A spiegarlo ad Affaritaliani.it è il capogruppo dei pidiellini di Palazzo Marino, Carlo Masseroli: "Partiamo fin da subito con la raccolta firme. La nostra idea è che questo provvedimento è sbagliato e soprattutto dannoso. L'obiettivo è quindi arrivare entro il 20 maggio a mettere insieme 30mila firme per abolirlo". Un referendum contro l'altro? Masseroli giura di no: "Loro avevano fatto un referendum generale sulla qualità dell'aria. Noi dimostriamo che Area C non solo non migliora l'ambiente, ma addirittura lo peggiora. Quindi, non si tratta di un referendum contro l'altro, ma di un referendum contro un provvedimento sbagliato, inutile e dannoso".

IL TESTO DELLA PROPOSTA DI REFERENDUM

Questo il testo del quesito: "Volete voi la revoca, ai sensi dell’art. 12 dello Statuto del Comune di Milano, della delibera di Giunta Comunale n. 2526/2011 del 4.11.2011 avente ad oggetto: “Misure di contenimento del traffico veicolare. Nuova disciplina, avente carattere sperimentale, di accesso alla ZTL Cerchia dei Bastioni. Immediatamente eseguibile.” ?"

Tre le ragioni di questa iniziativa (tratte dalla relazione ex art.15.2 del Regolamento per l’attuazione dei diritti di partecipazione popolare del Comune di Milano):

INSUFFICIENTE VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI AMBIENTALI
Gli effetti della delibera n. 2526/2011 non sono stati oggetto di valutazione da parte del Comune di Milano. Nella relazione allegata alla delibera non si affrontano adeguatamente le modalità di riduzione delle emissioni di PM 10, ma si accenna solo genericamente al problema nella parte della delibera in cui si legge: “le simulazioni condotte per la valutazione dei nuovi scenari proposti indicano che l’estensione della tariffazione alla parte preponderante dei veicoli in ingresso alla ZTL conseguirà attendibilmente anche una consistente diminuzione delle emissioni di PM10 (…)”(p.34). Inoltre, tra gli scopi prefissati dall’applicazione della delibera n. 2526/2011, non si parla della qualità ambientale del territorio e della città di Milano bensì: della riduzione del traffico nella nuova ZTL, della riduzione della congestione da traffico all’interno della ZTL e di una riduzione delle emissioni di inquinanti da traffico sempre nella stessa ZTL (p.34-35). La delibera 2526/2011 non dà una risposta seria al problema ambientale e alle emissioni nocive per la salute dell’uomo, risultando dunque inefficace. In più, non recepisce in alcun modo le indicazioni dei referendum di giugno che possono essere ritenute tradite.
In definitiva, la scelta operata dall’Amministrazione Comunale non può essere annoverata tra le politiche ambientali efficaci per ridurre l’inquinamento a Milano bensì tra quegli strumenti diretti soltanto a “fare cassa”. Ciò emerge chiaramente paragonando il rapporto tra il costo del ticket milanese e la superficie della ZTL con altre esperienze europee, peraltro richiamate dalla stessa delibera n. 2526/2011. Il ticket milanese risulta essere di gran lunga il più costoso tra quelli europei. Tenendo come riferimento il modello milanese (5 euro di ticket per 8,2 km di superficie) emerge quanto segue:
- a Londra (sup. interessata 41 km) si dovrebbero spendere 25 euro ma in realtà se ne spendono da 10 a 14;
- a Oslo (sup. interessata 64 km) si dovrebbero spendere 39 euro ma in realtà se ne spendono 3,3;
- a Bergen (sup. interessata 18 km) si dovrebbero spendere 11 euro ma in realtà se ne spendono da 2 a 4;
- a Stoccolma (sup. interessata 47 km) si dovrebbero spendere 29 euro ma in realtà se ne spendono da 1 a 2.
In sintesi, il ticket milanese è il più costoso d’Europa ed il meno esteso.

DISCRIMINAZIONE TRA CITTADINI
La delibera n.2526/2011 discrimina i seguenti cittadini:
i residenti all’interno della zona a traffico limitato (ZTL) si vedono limitati nella loro libertà di movimento;
- i residenti milanesi fuori dalla ZTL sono considerati cittadini di “serie B” come affermato a p. 38 della delibera n. 2526/2011: ”I residenti all’interno della ZTL rappresentano un gruppo di cittadini facilmente individuabile che si trovano (...) a beneficiare maggiormente del provvedimento adottato” Non è chiaro il motivo per cui chi risiede in centro debba godere di un trattamento di favore. La salute dei cittadini residenti all’interno della ZTL è importante tanto quella di chi risiede all’esterno della ZTL;
- gli esercizi commerciali all’interno della ZTL sono penalizzati per il solo fatto di avere un esercizio commerciale in quest’area e di conseguenza costretti a trasferire il costo del ticket aumentando i prezzi , con ulteriore aggravio per tutta la cittadinanza. Inoltre, ad una diminuzione degli ingressi degli autoveicoli nella ZTL corrisponde una diminuzione delle persone nella medesima area, con sicuri danni economici per i commercianti e un conseguente impoverimento per tutta la città;
- i lavoratori all’interno della ZTL sono penalizzati per il solo fatto di avere un luogo di lavoro posto all’interno di quest’area;
- I residenti milanesi nella ZTL, costretti a pagare per accedere alla propria casa.
- gli utenti di servizi essenziali del centro come asili, scuole, università, ospedali, farmacie,… si trovano anch’essi ad essere gravemente penalizzati per l’impossibilità di raggiungere in maniera veloce ed agevole detti servizi;
- I cittadini acquirenti di autoveicoli esentati dal pagamento dell’ecopass che sono obbligati a pagare il nuovo ticket (veicoli ibridi, bifuel alimentati e a metano e GPL, benzina Euro 3-4-5, gasolio Euro 5,…).
Gli scenari di agevolazione previsti dalla delibera 2526/2011 aggravano le suddette discriminazioni dalla stessa create.

TEMPORANEITÁ DELLA DELIBERA
La temporaneità della delibera, 18 mesi, non limita gli effetti pregiudizievoli dell’atto amministrativo approvato dalla Giunta di cui si chiede la revoca. Tale durata temporale, infatti, è di per sé sufficiente a creare significativi effetti negativi per l’ambiente, per la cittadinanza e per tutti coloro che intendono accedere alla Cerchia dei Bastioni.

AREA C, MORATTI: "PROVVEDIMENTO INIQUO CHE VA FERMATO" - "In campagna elettorale avevo preso un impegno con i milanesi: non aumentare le tasse, né introdurre nuovi balzelli che possono mettere in difficoltà le famiglie, già colpite dalla crisi. Area C è un provvedimento assolutamente iniquo, i cui proventi non si capisce a cosa verranno destinati, che va fermato. È una beffa per i cittadini, soprattutto per i residenti del centro, che, grazie a Pisapia, da gennaio dovranno pagare dazio per rientrare a casa. I blocchi e le limitazionidel traffico, gli interventi emergenziali, non servono se mancano misure strutturali. Ricordo che Ecopass faceva parte di un pacchetto di 30 misure che andavano dal bike-sharing e car-sharing al teleriscaldamento, dal potenziamento del trasporto pubblico alla realizzazione di nuove linee metropolitane, provvedimenti che avevamo iniziato a realizzare. Oltre a ciò nel 2010 avevamo avviato un importante lavoro che aveva riunito 80 Sindaci dei Comuni del Nord, pronti ad allearsi contro le polveri sottili. Ne è nata una proposta operativa in cui, a fronte dell'impegno delle amministrazioni locali a promuovere il risparmio energetico, potenziare il trasporto pubblico, incentivare la sotituzione dei mezzi più inquinanti, si chiedeva al Governo e alle Regioni il sostegno nella sostituzione dei mezzi pubblici e nella realizzazione delle infratrutture, la deroga al patto di stabilità per gli investimenti destinati alla riduzione delle emissioni inquinanti, insieme ad incentivi per il rinnovo dei veicoli commerciali e per gli interventi di efficientamento energetico. Lo smog non ha confini, occorre un piano di interventi integrati su vasta scala come noi avevamo proposto. E Area C non va in questa direzione. Per questo anch'io contribuirò alla raccolta di firme per fermare questo inutile e scellerato provvedimento, nuovo capitolo del Piano Generale delle Tasse messo in atto da Pisapia". Lo afferma l'ex sindaco Letizia Moratti in una nota.

IL COMUNE LANCIA ANCHE IL MONITORAGGIO DEL BLACK CARBON - L'entrata in vigore di Area C, oltre ad avere come prima diretta conseguenza la riduzione del traffico (fino a -30% secondo le stime dei tecnici), rafforzerà anche le misure finora adottate a Milano contro l'inquinamento prodotto dalle auto. Il Comune, infatti, metterà in funzione una prima rete di monitoraggio del Black Carbon, ovvero la presenza di carbonio elementare nel particolato atmosferico. Si tratta di una nuova metodologia, testata scientificamente, per valutare l'esposizione della popolazione alle componenti più tossiche. La misurazione dei livelli di PM10, PM2.5 e PM1 non è sufficiente per dare indicazioni adeguate e precise sull'inquinamento da traffico, e sul rischio sanitario a esso collegato. Il Black Carbon (BC), invece, costituisce un marcatore di "prossimità" innovativo, in grado di offrire un quadro più completo dell'entità dell'esposizione agli inquinanti. Sarà possibile, quindi, perfezionare e fornire un nuovo set di "indicatori di prossimità", complementari e non sostitutivi di quelli attuali legati al PM10". E' quanto si legge in una nota diramata da Palazzo Marino. La prima Rete BC sarà dotata di due punti di misurazione, uno esterno all'Area C e uno all'interno, con strumenti di tipo Aerocet e Aethalometri. Con il supporto tecnico scientifico della Società Italiana dei Medici Generici (SIMG) e del Laboratorio per la Ricerca Ambientale (LARS), assistiti da due importanti università americane già molte attive in sperimentazioni di questo tipo a livello internazionale (la Southtern California e la Cornell), verrà fornita un'informazione chiara e attendibile sul rischio reale dell'inquinamento da traffico e sugli effetti delle misure adottate. Il Comune di Milano sarà così in grado di coordinare strumenti adeguati di valutazione alla nuova politica di regolamentazione del traffico, che verrà inaugurata il 16 gennaio con l'entrata in vigore di Area C. Oggi appare certo che l'efficacia reale degli interventi a livello urbano si debba misurare sulla base di effetti concreti e diretti di cui possano beneficiare le popolazioni esposte, effetti che non si trovano rappresentati dagli indicatori che misurano le concentrazioni di inquinanti su scala regionale. Questi dati, informazioni fondamentali sullo stato di salute dell'aria, non forniscono, infatti, indicazioni sul rischio reale per l'uomo. Monitorando la presenza di Black Carbon nel particolato, con l'utilizzo di nuovi strumenti e metodologie, sarà possibile correlare in modo diretto l'efficacia della regolamentazione del traffico (la riduzione del flussi e l'interdizione dei veicoli più inquinanti) alla salute dei cittadini, in particolare per le categorie più deboli, come gli anziani e i bambini.

Commento: Da notare la pagliacciata del "black carbon". Siccome si sono accorti che il pm10 non dipende abbastanza dal traffico, sono andati a cercare qualcosa che dipendesse in maniera più diretta dal traffico. Infatti, per questi personaggi, prima viene la scelta del colpevole (l' auto) e poi la ricerca della prova. Siccome il pm10 non andava bene, sono andati a predere il "black carbon". Che siccome, a priori, viene prodotto (sembra) principalmente dalla combustione dei motori termici, a priori risulterà più presente lì dove girano più veicoli.
Ricordatevi, perciò, che al prossimo blocco non sciorineranno più i dati sul pm10, ma quelli sul black carbon. Che evidente si sarà abbassato.
Ma ricordaevi anche che tutto ciò è una presa in giro:

  • I blocchi verrano decisi in funzione del pm10 e verranno giudicati in base al black carbon. E' scontato che in questo modo i blocchi sembreranno essere efficaci.

  • Non esiste una legislazione relativa al black carbon. Non si sa quali sono i valori sopra i quali non si dovrebbe salire.

  • Il black carbon varia rapidamente nel tempo e nello spazio. Non è una grandezza monitorabile in modo sensato.




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