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La protesta
La rivolta di corso Buenos Aires
I negozianti: no alle porte chiuse
I commercianti contestano la delibera antisprechi energetici

Articolo del: 02/12/2011
Autore: A. Sac.

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La protesta

La rivolta di corso Buenos Aires
I negozianti: no alle porte chiuse

I commercianti contestano la delibera antisprechi energetici

MILANO - Si potrebbe battezzare «la piccola rivolta delle porte aperte». Di che si tratta? La premessa è spiegata nella lettera che il presidente dell’Ascobaires, l’associazione dei commercianti di corso Buenos Aires, ha inviato ieri a tutti i negozianti della zona e al coordinamento delle associazioni di via «Per Milano»: «Come avete letto sui quotidiani, l’amministrazione comunale ha emesso una nuova delibera che obbliga tutti i negozi a ridurre di un grado la temperatura interna e a tenere chiuse le porte dei negozi». Ecco, è quest’ultimo obbligo (seguito ieri da una ventina di diffide dei vigili a negozianti inadempienti) a scatenare le proteste. In base al ragionamento: le porte chiuse scoraggiano l’entrata dei clienti e rischiano di ostacolare lo shopping in tempi di crisi.

Con la lettera è partita anche una petizione tra i commercianti indirizzata al sindaco Giuliano Pisa pia. E una preghiera: «Ci lasci riaprire le porte». Già in estate era stata una battaglia di Legambiente. «Denunciare » i negozi che tenevano gli stipiti aperti con gli impianti di condizionamento accesi e un pesante spreco di energia. La giunta di Palazzo Marino, in accordo con la Provincia, ha ripreso quella battaglia riadattandola all’inverno. Stesso obiettivo: evitare sprechi di riscaldamento e ridurre così l’inquinamento. Spiega Gabriel Meghnagi, presidente di Ascobaires: «Da molti anni le attività commerciali si sono dotate di barriere di aria calda all’ingresso dei negozi per poter tenere le porte aperte in qualsiasi stagione dell’anno poiché è ampiamente dimostrato che la chiusura delle porte è considerata dagli esperti di marketing una barriera psicologica negativa per l’acquisto».

Il fronte dei contrari sta crescendo e si rivolge al sindaco Pisapia: «Ci sembra sbagliato che in un momento di grande difficoltà economica internazionale ed in prossimità della campagna natalizia, che riveste un ruolo fondamentale nei bilanci delle aziende, l’amministrazione comunale prenda provvedimenti che possano danneggiare la propensione alle spese dei clienti».

Commento: L' obbligo di tenere le porte chiuse è l' unica regola intelligente sin qui introdotta dalla giunta Pisapia. E' chiaro che tenerle aperte, sia d' Estate che d' Inverno, comporta uno spreco enorme di energia! Chissà dove le vede il signor Meghnagi le barriere ad aria calda... i negozi che ne sono dotati sono certamente una minima minoranza.
Io personalmente tendo ad evitare i negozi con le porte aperte perchè mi fa venire il nervoso constatare un tale spreco. E iniltre il costo di tale spreco finisce ovviamente tutto nei prezzi degli articoli in vendita.


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