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Smog, multe per i condomini
e i negozi che sprecano calore
Pm10 alle stelle per l’ottavo giorno: Palazzo Marino prepara un giro di vite contro gli sprechi
L'assessore Maran: "La Regione Lombardia dica stop ai diesel Euro 3". Scoppia la polemica

Articolo del: 23/11/2011
Autore: ILARIA CARRA

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Non è solo contro il traffico che si interverrà per cercare di abbassare i livelli di smog: la strategia è doppia. Il Comune dichiara guerra ai riscaldamenti usati in modo eccessivo: un avvertimento rivolto soprattutto ai negozi che all’interno mantengono temperature esagerate e che, purché si entri a comprare, lasciano spalancate le porte. Ci saranno controlli più duri, per loro. Intanto l’emergenza polveri non si ferma: lunedì la media del Pm10 è stata di 86 microgrammi a Città Studi e 82 in via Senato (la centralina del Verziere era guasta) contro i 50 della soglia d’allarme.

La città ha raggiunto così il nono giorno consecutivo fuorilegge; e le previsioni dicono che sabato prossimo sarà il quattordicesimo. In tal caso lunedì partirà la “fase due” del piano antismog: blocco delle auto nella Cerchia dei Bastioni ma anche stop in tutta la città ai diesel Euro 3. Proprio sul fermo dell’esercito di auto a gasolio, 87mila solo a Milano e quasi 900mila in Lombardia, il Comune pungola Regione e Provincia invitandole a seguire l’esempio: ma è subito polemica.

La guerra ai super-riscaldamenti è contenuta nell’ordinanza contro l’inquinamento firmata a ottobre dal sindaco Giuliano Pisapia. Il fronte caldaie si apre quando scatta la “fase due”: non solo in case private, uffici ed edifici vari (tranne alberghi, ricoveri, palestre, ospedali e asili) si dispone la riduzione di un grado (da
21 a 20) e di un’ora d’accensione (13 anziché 14) delle caldaie. Ma per i negozi si fa espresso divieto «dell’uso di dispositivi che, al fine di favorire l’ingresso del pubblico, consentono di mantenere aperti gli accessi verso i locali interni».

Tradotto, porte chiuse (e niente soffi di aria bollente all’entrata) per non disperdere calore, altrimenti scatta la multa. La speranza dell’amministrazione è che commercianti e grandi catene si adeguino. Se non lo faranno, per controllare verranno in ogni caso schierate, e rafforzate, squadre di tecnici comunali che armati di rilevatori gireranno la città a caccia di negozi ecospreconi. Per il presidente della commissione Ambiente di Palazzo Marino, Carlo Monguzzi, «nella discussione tra auto e riscaldamento bisogna lavorare su vari fronti per eliminare le fonti di smog e convincere tutti, negozianti compresi, a non sprecare calore».

Intanto da lunedì, se l’emergenza continuerà, finiranno al bando in tutta la città — finché non arriveranno tre giorni consecutivi di Pm10 nei limiti — anche i diesel Euro 3, che rappresentano l’11 per cento delle auto milanesi, mentre in tutta la provincia salgono a 241mila e quasi 900mila in Lombardia. Visti i numeri consistenti, Palazzo Marino lancia l’appello: «Stiamo mettendo in campo misure importanti ma crediamo che potrebbero essere ancora più efficaci se anche Provincia e Regione collaborassero — dice l’assessore alla Mobilità, Pierfrancesco Maran — blocchino anche loro i diesel Euro 3: con un’area più vasta i risultati saranno più significativi».

La Regione, che ha sempre bocciato l’ipotesi, anche stavolta replica con un no: «Non si capisce perché Maran continui a invocare un provvedimento particolarmente oneroso per i nostri cittadini — taglia corto l’assessore regionale all’Ambiente, Marcello Raimondi — quando ben sa che il blocco degli Euro 3 diesel sin Regione non basterebbe a rientrare nei limiti imposti dall’Europa». Più possibilista la Provincia: «Non diciamo no, ma sediamoci attorno a un tavolo per capire metodi, tempi e ricadute — dice l’assessore all’Ambiente, Cristina Stancari — Siamo disponibili a collaborare ma solo per decisioni condivise, serie ed efficaci». Il Comune incassa rifiuti e frenate ma la replica è piccata: «Ognuno deve fare la sua parte — dice Maran — dalle altre istituzioni non arriva mai una proposta degna di questo nome».

Commento: Quello di impedire ai negozi di tenere le porte aperte è l' unica cosa ragionevole sin qui decisa dal Comune. Ma l' avevamo già proposto noi tanto tempo fa!

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