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L'INTERVISTA
Pisapia: "Area C è una scommessa
ma in pochi mesi cambierà la città"
Il sindaco. “Il ticket a 5 euro per tutti è una scelta coraggiosa. Se non funzionerà, torneremo
indietro Non cederò alle pressioni. E l’incasso servirà al potenziamento dei mezzi pubblici”

Articolo del: 09/11/2011
Autore: ALESSIA GALLIONE e TERESA MONESTIROLI

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«L’ARea C è una scommessa, una scelta coraggiosa che sono consapevole possa sollevare critiche. Ma sono sicuro che renderà la città più vivibile nel giro di qualche mese dall’entrata in vigore. Se non sarà così sono pronto a fare marcia indietro». Giuliano Pisapia, «soddisfatto» del risultato ottenuto in meno di sei mese dall’elezione, non ha paura di fare autocritica. «Ho chiesto di ridurre la sperimentazione da 24 a 18 mesi per valutare prima i risultati del provvedimento».

Se il traffico non calerà significativamente cambierà strada?
«Quando si fanno scelte importanti per la città bisogna sempre sperimentare ed essere capaci anche di fare marcia indietro se non si raggiungesse l’obiettivo fissato. Al contrario, se il risultato verrà ottenuto questo basterà a convincere indecisi e contrari».

Via libera al ticket da 5 euro
Niente ricorso al Tar dai commercianti

Il centrodestra ha già soprannominato l’Area C Area Cassa. Le previsioni parlando di un introito di oltre 30 milioni di euro. Come investirete questi soldi?
«Tutte le somme che finiranno nelle casse del Comune saranno utilizzate per la mobilità sostenibile, compresi interventi per abbattere le barriere architettoniche e rendere la città più vivibile anche per disabili».

Il Pdl ieri ha annunciato di voler raccogliere le firme per indire un nuovo referendum contro Area C.
«Mi risulta che i milanesi abbiano già votato e il 78,9 per cento di loro ha chiesto un inasprimento di Ecopass. La nostra Areac C non è solo una promessa elettorale mantenuta, ma anche un impegno che deriva dal referendum».

In un momento di crisi economica, e dopo aver aumentato il biglietto del tram, 5 euro per entrare in centro non sono tanti?
«È la metà dei 10 euro previsti dal referendum. Rispetto all’aumento del tram ricordo che la giunta ha deciso di mantenere fermo il prezzo degli abbonamenti per incentivare l’uso dei mezzi pubblici. È chiaro che introdurre un ticket di ingresso presuppone un impegno imperativo: che i mezzi pubblici funzionino, rispettino orari e siano efficienti. Voglio ricordare che in centro c’è il miglior sistema di mezzi pubblici d’Italia».

Verranno potenziati anche le linee fuori dall’Area C?
«Certo. La scelta di nominare un nuovo cda per Atm era proprio legata a questo: puntare su un servizio pubblico vantaggioso, sia economicamente che in termini di tempo e salute. Ma il provvedimento approvato non può essere avulso dal contesto complessivo in cui stiamo lavorando che prevede investimenti sul teleriscaldamento, nuove telecamere per le corsie riservate, domeniche a piedi, nuove rastrelliere per le bici. Se daremo ai milanesi più biciclette e tram più puntuali aumenteranno quelli che lasceranno l’auto a casa».

Le isole pedonali?
«Stiamo lavorando anche a quelle. L’intenzione è trovare delle piazze anche in periferia da chiudere alle auto, senza incidere sulla viabilità, che possano far vivere di più e meglio la città».

Visti i problemi di bilancio, pensate di ritoccare anche gli abbonamenti Atm l’anno prossimo?
«Se la vendita di Serravalle e Sea andrà in porto permettendoci di rispettare il Patto di Stabilità non solo manterremo gli impegni sui servizi sociali, ma non avremmo bisogno di introdurre altri aumenti».

Il sindaco di Milano, che abita nell’Area C, avrà la deroga per la sua auto privata?
«No, come sindaco non avrò nessuna deroga. La decisione rientra nella logica con cui abbiamo rinunciato ai biglietti delle Scala. La giunta, e il consiglio comunale, non devono avere privilegi. Sono piccoli segnali, ma importanti».

Le agevolazioni al commercio invece sono state contestate da più parti, compresa la maggioranza in Consiglio comunale. C’è chi vi accusa di aver ceduto alle pressioni delle categorie.
«Garantisco che qualsiasi decisione presa finora e che prenderò in futuro non sarà dettata dalla pressione di nessuno, ma solo dalla convinzione che sia la scelta giusta per Milano. Sui commercianti abbiamo fatto una riflessione: gli uomini possono usare i mezzi pubblici le merci no. Ci sono merci deteriorabili e merci ingombranti che non si possono portare in tram. Quindi nessun privilegio ai commercianti, ma il riconoscimento di una necessità che riguarda casi specifici. La giunta indicherà quali».

Il ticket di 3 euro non sarà per tutti i veicoli commerciali?
«Assolutamente no, abbiamo deciso di fare una sperimentazione di 6 mesi, poi sulla base dei risultati valuteremo come procedere. Contemporaneamente intensificheremo i controlli dei vigili, e non solo per i mezzi commerciali».

Le multe sono sempre impopolari. Avete intenzione di sanzionare di più?
«Vogliamo intensificare i controlli, con finalità più deterrente che repressiva. Ogni anno l’Atm perde 20 milioni di euro a causa di chi non paga biglietto, e non credo che sia tutte persone che non se lo possono permettere. Se riusciamo a far capire ai cittadini che quando si viola il divieto di sosta si crea danno all’intera collettività faremo un grande salto di qualità culturale».

Con questa rivoluzione verde sarà ricordato come il Ken Livingstone italiano?
«Spero di no, perché ha perso le elezioni. Ma ricordo che il suo successore non ha cancellato la sua congestion charge».

Commento: Ripetiamo ancora una volta (visto che anche il sindaco Pisapia sembra essere un po' debole in matematica), che i milanesi che hanno votato sì al primo quesito non sono il 78,9%, bensì un ben più modesto 38% (Vedere qui). Il 78,9% è la percentuale sui votanti.
Naturalmente, anche questa volta, i giornalisti (evidentemente anche loro non bravissimi in matematica) si sono dimenticati di farlo presente.


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