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La mobilità milanese compromessa per far posto a una sagra strapaesana


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Articolo postato il: 18/05/2014
Autore: Enrico Engelmann

Scrive Elisa Marcucci su fb:

Oggi pomeriggio sono stata in Piazza Castello. Nei giorni scorsi mi dicevo : "Magari stanno esagerando con tutte queste foto e critiche terribili, vedrai che magari un po' di folklore ci sta bene " (certo che dopo i danni già fatti da qs giunta essere un pochino ottimisti è forse da stupidi). Appena uscita dal metro Lanza il mio olfatto è stato colpito dall'odore di salamelle e grigliata al quale si è aggiunta la nebbia data dal fumo dell'olio sulle piastre. X un momento ho creduto di essere all'October Fest, con birra e bretzel e qs è ancora poco rispetto al km di bancarelle e immondizia che circondava un "castello" invisibile e soffocato da calzini appesi e borse tarocche. Sono nata a Milano da famiglia milanese e ci vivo da sempre e vi assicuro che oggi mi è proprio venuto il magone e un profondo senso di tristezza nel vedere qs scempio. Chiarisco che non ho nulla contro i mercati, le feste paesane e il ballo in piazza, ma ogni cosa al suo posto e certamente non qui. Un'osservazione anche sui prezzi: € 33 al kg la focaccia mi sembra davvero troppo Ho fatto poi un lungo giro x entrare nel bel parco (alle 19.00 chiude il cancello principale) e ancora una volta ho verificato la maleducazione di molti ciclisti che quasi ti travolgono padroni delle vie pedonali, anche quando le strade sono deserte. Allora è questa la Milano dell'Expo, la città che vorremmo tutti ricordassero x la sua storia, cultura, eleganza, impegno e tanto altro...? La Milano di Pisapia e Maran e' una città brutta, caotica, inospitale e sembra proprio che il loro obiettivo sia quello di allontanare più che accogliere. Scusate lo sfogo, ma mi sento davvero triste e offesa. Elisa


Ecco invece il resoconto che Lino dà della suo giro per Piazza Castello, anche esso su fb:

Oggi ho voluto imitare la cara Marcucci e sono andato in giro tra le bancarelle di piazza Castello . Per chi non c’è stato…rinunci ad andarci.
È un gigantesco immondezzaio. Una discarica a cielo aperto, una delle più terrificanti sagre di paese, con la differenza che le sagre durano uno /due giorni , non settimane .
Sporcizia dappertutto , nonostante l’impegno di persone che raccolgono continuamente da terra cibo, bottigliette ,carta e avanzi di ogni genere.
Ovvio che i fruitori di tale mercato si comportino senza rispetto della piazza…non sono milanesi e anche lo fossero non abitano in zona.
Che gli frega se lasciano una piazza vomitevole ?
Tutt’intorno , dietro le bancarelle , in bella vista di chi passeggia sui marciapiedi e abita nella zona centinaia di sacchi di sporcizia e di rifiuti , bidoni stracolmi di schifezze .
Se un negozio qualunque si permettesse di mettere in strada un solo sacco di rifiuti durante il giorno , verrebbe multato salatamente.
Perché questa tolleranza ?
Vi ricordate la canzone…E qui comando io , e questa è casa mia…
Grazie padroni della città ( ho letto che Pisapia e Maran vengono definiti Re e Vicerè…..azzeccato!).
Una domanda resta inevasa.. perché tanto accanimento nel distruggere piazza Castello?Antipatia classista? miopia? improvvisazione? per un pugno di voti? per passare ai posteri come L?UOMO che distrusse la storia e l'urbanistica ed i monumenti? Attila al suo confronto è un pivello.


Che altro aggiungere?
La mobilità milanese, già sofferente dopo una dozzina d'anni di autolesionistica politica di "disincentivazione" del mezzo privato, è stata messa in ginocchio dalla chiusura di Piazza Castello. Per cosa? Per lasciare spazio a bancarelle di ogni genere, che degradano una delle piazza più eleganti di Milano a spiazzo per sagre di paese, come ben descritto da Elisa Marcucci.



1986: i Pet Shop Boys, gruppo pop di livello mondiale rimangono cosi' colpiti da una moda milanese, da volerle dedicare una canzone e il corrispondente video, video girato tutto a Milano e che rende onore al capoluogo lombardo quale capitale mondiale della moda e del costume.

Trentanni dopo, Milano viene umiliata nella sua eleganza, nella sua operosità, nel suo essere esempio di stile e avanguardia produttiva nel mondo da una giunta di incompetenti, per i quali la passeggiatina in bicicletta viene prima delle esigenze di chi deve spostarsi per vivere e produrre ricchezza. Un'amministrazione che, accecata da un'ottusa ideologia pseudoecologista, sa solo mostrare disprezzo e irrisione per le esigenze del ceto produttivo, sulle cui spalle grava il mantenimento della città.

Il confronto fra oggi e trent'anni fa mostra in modo impietoso quanta strada è stata fatta... nella direzione sbagliata!

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