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Relazione sulla riunione organizzata dal comitato NoNav contro la riapertura dei Navigli nella circonvallazione interna


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Articolo postato il: 29/11/2018
Autore: Enrico Engelmann

La riunione ha visto la partecipazione di una sessantina di persone. Molte meno, quindi di quelle presenti alla riunione di via Melchiorre Gioia.
Molti uditori hanno dimostrato di non essere a conoscenza dei folli dettagli del progetto, che per quanto riguarda la circonvallazione interna prevede chicche come ponti mobili per i passi carrai e addirittura delle ventoline per muovere l'acqua per ossigenarla nei punti in cui essa scorre troppo lentamente.
Infatti, secondo il progetto, rimarrebbe un unico senso di marcia con marciapiede a fianco (sia per pedoni e ciclisti), senza spazi di sosta, neanche per i disabili.
Ovviamente tutta la strada sarebbe inaccessibile ai non residenti, ma anche questi ultimi avrebbero enormi difficoltà, in quanto i punti per attraversare le vasche verso la periferie sarebbero molto ridotti e dalla parte opposta all'unica carreggiata rimasta dovrebbero addirittura venire installati ponti mobili per permettere l'entrata e l'uscita dai passi carrai (dato che ponti a raso non permetterebbero il passaggio di natanti, ponti a schiena d'asino non permetterebbero il passaggio dei mezzi privati). Si può immaginare cosa ciò potrebbe significare in caso di più macchine in coda, ambulanze, furgoni per consegne etc...
Si è poi sottolineato che verrebbe eliminata la 94 e che la prossima ventura MM4 non rappresenterebbe affatto un'alternativa.
Ovviamente sono poi stati menzionate molte altre criticità già presenti per il naviglio martesana (zanzare, ratti, puzza, manutenzione carente, assenza di valore paesaggistico, costi che potrebbero lievitare fino al livello di miliardi, etc...)
Il giornalista Roberto Schena ha ancora una volta con (giustificata) passione presentato i tesori storici, paesaggistici e artistici della periferia sud di Milano, la vera "città d'acqua", ancora oggi esistente e potenzialmente fruibile, anche turisticamente, ma che viene invece lasciata al più completo degrado, anche se gran parte delle proprietà sono comunali.
Un paragrafo a parte lo merita l'intervento di Marco Giachetti (Presidente Policlinico Milano), che ha spiegato di non essere mai stato contattato dal Comune di Milano per valutare possibilità criticità rispetto all'accesso all'ospedale e in particolare al pronto soccorso. In effetti quest'ultimo diventerebbe quasi inaccessibile!
Si può quindi dire che se il progetto di riapertura della Martesana in via M. Gioia è demenziale e dannoso, quello della riapertura della circonvallazione interna è addirittura farneticante.
Purtroppo, come si temeva, da una parte i residenti del centro si sono dimostrati molto meno partecipativi di quelli della zona di via M. Gioia, sarà per ignoranza, sarà per menefreghismo, sarà perché molti sperano che il centro venga trasformato in una sorta di cittadella privata accessibile solo a pochi.
Dall'altra durante la riunione si è anche percepito chiaramente come il progetto della riapertura dei navigli sia malvisto sostanzialmente perché "eccessivo", non perché va nella direzione sbagliata (rendere tutto il centro sempre meno accessibile). Infatti l'alternativa, che uno dei relatori ha presentato come "valida e ragionevole" è quella di moltiplicare le zone pedonalizzate in centro (come non fossero già troppe!) fino a renderlo in pratica inaccessibile in auto. Perché sarebbe una soluzione "valida"? Ovviamente perché in questo caso i residenti avrebbero solo vantaggi e nessun disagio!
Si conferma quindi la divergenza di interessi fra chi abita in centro (che pretende di poter avere diritti speciali su tale zona) e chi non vi abita, che non capisce perché chi vive in centro pretenda tali privilegi, tanto più che chi risiede in zone più periferiche della città raramente li pretende a sua volta per se.
Non è quindi un caso se la politica all'immobilità insostenibile sia in atto da ben prima dell'arrivo della sinistra al governo della città, per quanto la sinistra arancione abbia aggiunto a tale politica un forte elemento di furore ideologico e abbia portato all'estremo la mancanza di considerazione per le esigenze di chi non fa parte dell'elite cittadina, caratteristiche che comunque si configurano come eccessi, non come in contrasto con le misure che molti residenti richiedono.
La bocciatura della riapertura dei navigli può quindi rappresentare un comune denominatore intorno al quale coagulare un'ampia protesta contro un progetto folle che va fermato a tutti i costi, non però un punto di partenza per avviare una politica alla mobilità diversa, più egualitaria ed incentrata sulle esigenze di chi lavora, più che risiedere nelle parti migliori della città.
Nelle foto su questa pagina potete anche vedere alcune foto scattate lungo il lato sinistro del Duomo. Chissà perché, proprio adesso hanno affisso le foto di una mostra temporanea dedicata ai navigli! Che sia per spingere il progetto della giunta creando il "mood" presso l'opinione pubblica? Tanto pochi sanno che la realtà non avrà niente a che vedere con quanto visibili nella foto vintage.
In ultimo le foto che mostrano come il lato destro del Duomo sia sfregiato dai cessi in bella vista (con l'accesso molto caro, per giunta)! Un modo per promuovere il turismo come dovrebbe promuoverla la riapertura dei Navigli?


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