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Il potenziamento dei mezzi pubblici grazie agli introiti dell'AreaC: i tempi di attesa aumenteranno!


Articolo postato il: 06/03/2017
Autore: Enrico Engelmann

Quando Pisapia introdusse l'Area C, venne sbandierato ai quattro venti che gli introiti aggiuntivi dovuti alla nuova gabella avrebbero permesso di potenziare finalmente in modo decisivo il sistema di trasporto pubblico.
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Adesso dopo un lustro di Area C si ha la conferma che era tutta una presa per il lato B! Cosa assolutamente scontata, del resto, specie alla luca del fatto che avevano promesso la stessa cosa quando introdussero le strisce blu in centro (ormai estese fino all'estrema periferia della città e in procinto di aumentare del 50%), l'ecopass, etc...
Ogni volta i politicanti promettono di impiegare in un deciso, anzi determinante, potenziamento dei trasporti pubblici i denari delle nuove gabelle (e degli aumenti delle vecchie) a carico di chi deve usare un proprio mezzo a motore, lasciando intendere che, sì, c'è da pagare qualcosa in più da qualche parte, ma poi si potrà finalmente fare a meno dell'auto, se non per andare fuori città.
E ogni volta si scopre che è solo una balla a misura di fesso, da ripetere appena si presume che sia scemato il ricordo della volta precedente che è stata messa in giro!
Ecco la realtà del potenziamento dei mezzi pubblici:

Per quanto riguarda i tram, il premio alla miglior sòla va alle linee 7 e 31, che collegano rispettivamente Cairoli a Precotto e Bicocca a Cinisello Balsamo. Se siete tra i malcapitati ad aver bisogno di questi convogli la domenica mattina, sappiate che potreste ritrovarvi ad aspettare anche 20 minuti a causa della riduzione delle corse, che da 16 sono diventate 12. Più fortunati i passeggeri delle linee 3, 4, 5 e 13, che avranno un aumento del tempo d’attesa di 2 o 3 minuti. Più contenute, invece, le variazioni pomeridiane.
[...]
Se la passano meglio le metropolitane. Mentre la Lilla non ha subito variazioni, le prime tre linee sono rientrate nel piano di tagli, seppur con criteri di riduzione decisamente più comprensibili rispetto a quelli delle linee di superficie. Sulla Gialla al sabato si aspetta fino a 6 minuti, invece dei 5 e mezzo di prima. Stessa cosa la domenica, anche se il disagio – se così si può definire – è limitato al solo pomeriggio. Diverso il ragionamento per la Rossa, per cui il rallentamento è previsto solo la domenica sera, dalle 22 (invece delle 23).


(Weekend sui mezzi: la “lista nera” delle linee Atm con i tempi di attesa più lunghi, Metro, aumentano i tempi di attesa (e l’irritazione generale): ecco tutti i dettagli)

Insomma, un passo avanti e due indietro. Il perché? "[...] il contratto di servizio con Atm del comune di Milano non è aumentato (anche quest’anno 732 milioni), e se qualche servizio aumenta, da qualche altra parte si taglia… ecco il perché di tutti questi cambiamenti."

Quindi, siccome si è voluto anticipare di mezzora l'apertura della metropolitana alla mattina, adesso si taglia altrove per recuperare i soldi. Peccato che alle 5.30 di mattina non ci sia nessuno in giro, mentre negli orari interessati dalle riduzioni delle corse la gente in giro c'è eccome!
Ma anticipare l'apertura della metropolitana si presta a fare bella figura sui mass media, mentre la frequenza delle corse dei tram si nota meno e difficilmente finisce sui giornali.

Insomma, la regola è sempre quella: prima indorano la pillola di nuove imposizioni economiche con la promessa di rendere superfluo il mezzo privato. Poi, appena aggiungono un pezzo, tolgono qualcosa da qualche altra parte con la scusa che i soldi non sono abbastanza.
Ma tutti i soldi in più provenienti dai vari aumenti e gabella aggiuntive introdotti fino a quel punto, che fine hanno fatto? Sempre la stessa: buttati nel calderone, dal quale si preleva in primis per spese utili solo a comprare consensi fra amici e amici di amici.
Al cittadino rimangono sempre meno soldi e servizi pubblici sempre inadeguati.
(Anche perché l'asticella si sposta sempre più su, dato che ogni volta che si aggiunge un ostacolo o un costo all'uso del mezzo privato, si accresce la domanda di quello pubblico, che quindi continua a rimanere indietro rispetto alle esigenze reali).








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