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Presentata una denuncia. Ieri polveri quasi quattro volte oltre i limiti
«Danni smog, risarcimenti dal Comune»
L'ambientalista Fedrighini: faremo una class action per spingere le amministrazioni a intervenire

Articolo del: 09/02/2011
Autore: Gianni Santucci

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MILANO La battaglia sullo smog si sposta in Tribunale. È l'esito di un inizio d'anno nero in cui Milano, due giorni fa, ha già toccato 35 giorni con l'inquinamento fuorilegge dall'inizio di gennaio (il «bonus» massimo che le norme europee concedono per i dodici mesi). E proprio sulle leggi comunitarie si fonda l'azione legale di fronte al Tribunale civile. Si tratta di una richiesta di risarcimento che segue un percorso già tracciato: ci sono i limiti per lo smog, le stesse regole europee dicono che vivere in una zona con l'inquinamento al di sopra delle soglie provoca un danno alla salute, i responsabili della qualità dell'aria sono gli enti locali e il governo. Dunque i cittadini reclamano una compensazione per quel danno. Si tratta di un'azione legale completamente diversa da quelle intraprese in passato, che chiedevano al Tribunale di imporre alle amministrazioni un intervento per migliorare la qualità dell'aria. Formalmente non si può parlare di una «class action», ma nella sostanza è un'azione che ci si avvicina molto. Il Comune però risponde: «Siamo all'accanimento terapeutico degli ambientalisti sponsor del centrosinistra».

Il consigliere dei verdi, Enrico Fedrighini, spiega modi e obiettivi dell'iniziativa legale: «Ogni cittadino può aderire per chiedere un adeguato risarcimento da parte dell'amministrazione colpevole di mancato rispetto delle leggi poste a tutela della salute pubblica. È chiaro che il fine di tale azione va oltre l'aspetto meramente risarcitorio: l'obiettivo di interesse generale è smuovere dalla palude dell'inerzia il decisore politico. Non si può diffondere tra i cittadini la sensazione che ci si debba rassegnare all'attuale stato di cose». C'è già un gruppo di cittadini che promuoverà la causa pilota. Esiste però un sito al quale si può segnalare la propria volontà di adesione alla «class action» (www.greg.it/ariapulita). Spiega l'avvocato Claudio Linzola: «Le leggi europee recepite dall'Italia stabiliscono già che vivere in condizioni di inquinamento sopra le soglie determina un danno, che potrebbe essere quantificato dal tribunale in via equitativa». In sintesi: rispetto a una consueta causa di risarcimento, in questo caso la fase istruttoria sarebbe già definita dalla legge e dalla mole di studi scientifici che la Commissione europea stessa ha posto a base della direttiva. E nelle intenzioni dei promotori anche un risarcimento simbolico sarebbe sufficiente per la causa-pilota.

Le previsioni dell'Arpa parlano di condizioni meteo favorevoli a un continuo accumulo di inquinanti nell'aria almeno fino a venerdì. Lunedì il Pm10 ha toccato i 181 microgrammi per metro cubo in via Senato, quasi quattro volte sopra il limite di 50. Il vicesindaco Riccardo De Corato ribatte: «Siamo all'accanimento terapeutico, tra l'altro mal riposto, contro l'unico Comune di tutta la Val Padana che ha fatto qualcosa in questo inizio d'anno: due domeniche a piedi, divieti molto più rigidi per l'Ecopass. Abbiamo la coscienza di aver lavorato. E ricordiamo che Milano è in una condizione non diversa da Torino, Padova, Piacenza, Brescia e molte altre città del Nord. Solo che il teatrino degli ambientalisti sponsor della campagna elettorale di Pisapia avviene solo qui da noi». Legambiente Lombardia sposta però il discorso sulle inadempienze verso Roma: «C'è un decreto sul piano aria nazionale che giace colpevolmente nel cassetto da dicembre. È ora che le autorità milanesi e lombarde facciano fronte comune per chiedere al governo di sbloccare il decreto e fare la sua parte».

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