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RAPPORTO LEGAMBIENTE

Pendolari, un treno su tre in ritardo

Maglia nera Milano (60% non puntuale)

Oltre un convoglio su due tarda più di 5 minuti (59% a Milano Cadorna-Ferrovie Nord e 57% a Milano Centrale)

Articolo del: 03/12/2009


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MILANO - In Italia un treno pendolare ogni tre arriva in ritardo. A Milano succede ben più spesso, oltre un convoglio su due infatti tarda più di 5 minuti (59% a Milano Cadorna-Ferrovie Nord e 57% a Milano Centrale), ma a Roma le cose non vanno molto meglio e a tardare, sempre più dei 5 minuti considerati «accettabili» dalla carta dei servizi sottoscritta dalle associazioni dei consumatori, sono il 54% dei treni pendolari. E’ questo il risultato di una indagine svolta da Legambiente nell’ambito della campagna «Pendolaria 2009», realizzata grazie al monitoraggio effettuato dai volontari in 13 stazioni di 11 città capoluogo di provincia, tra il 23 e il 27 novembre, nella fascia oraria compresa tra le 7 e le 9 del mattino, per tre giorni consecutivi.


I DATI - Su 1.216 treni monitorati, 430 (il 35% del totale) hanno registrato un ritardo di almeno 5 minuti. Sono invece 410 i convogli arrivati con un ritardo compreso tra uno e quattro minuti, mentre solo 374 treni (pari al 31% del totale) sono giunti in orario. Dopo Milano e Roma, nella poco onorevole classifica dei treni pendolari maggiormente in ritardo, troviamo la città di Palermo, con solo il 16% dei treni monitorati in orario, il 41% in ritardo di pochi minuti e il 43% in ritardo dai 5, seguita da Salerno (37% dei convogli con ritardi dai 5 minuti), Torino (32% dai 5 minuti) e Messina (30%). Chiude la classifica la stazione di Genova Principe, con "solo" il 18% dei treni pendolari in ritardo di più di 5 minuti ma ben il 44% comunque fuori orario anche se entro i 5 minuti. Il ritardo medio registrato (sempre calcolato dai 5) è di 11 minuti anche se la media sale a 15 a Salerno e alla stazione di Genova Principe e a 16 a Messina. Più fortunati a Roma, Palermo, Bari e Torino, dove il ritardo medio ammonta a 9 minuti.

NUOVI INVESTIMENTI - «I risultati del nostro monitoraggio - spiega il responsabile trasporti di Legambiente, Edoardo Zanchini - mostrano l’urgenza di nuovi investimenti per il trasporto pendolare. Gran parte di questi ritardi infatti, sono causati dal sovraffollamento delle carrozze che causano l’accumulo di minuti persi ad ogni fermata per permettere il flusso in entrata e in uscita degli utenti. Servono anche binari dedicati ai treni pendolari nelle grandi città e nuovi convogli che permettano di aumentare le velocità potenziando il servizio. Ma per tutto ciò, evidentemente, è necessario spostare le priorità d’investimento dalla strada alla ferrovia e puntare sui nodi urbani. Oggi invece il 70% dei finanziamenti della legge obiettivo è destinato a strade ed autostrade, mentre solo il 30% dovrebbe garantire lo sviluppo di Tav, ferrovie e metropolitane». «Bisogna guardare anche alla qualità dei servizi per i pendolari - sottolinea la direttrice generale di Legambiente Rossella Muroni - e quindi alla puntualità ma anche alla pulizia delle carrozze e delle stazioni, alla fruibilità dei parcheggi e alle interazioni col trasporto urbano degli autobus. Migliorando la qualità del servizio e rendendo veramente competitivo l’uso del treno sarebbe possibile togliere migliaia di auto dalle strade rendendo le città più libere, sicure e respirabili».



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