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Se Maroni e Podestà imitano l’ambientalismo chic di Pisapia

Articolo del: 06/11/2013
Autore: Matteo Borghi

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Nel loro Arcipelago Area C gli studiosi Engelmann e Trentini hanno ampiamente dimostrato come il livello di Pm10 nell’aria non dipende tanto dalle auto quanto dai sistemi diblocco-traffico riscaldamento che – specie nel milanese – sono ancora spesso a gasolio o nafta.

Eppure, quando l’inquinamento diventa troppo alto, i nostri politici non trovano di meglio che puntare il dito contro la mobilità, specie privata. Il motivo è presto detto. Se onestà intellettuale imporrebbe di consigliare ai cittadini di abbassare i riscaldamenti e indossare un maglione più pesante, un’affermazione del genere sarebbe subito bollata come poco politically correct: in fondo ci sono i bambini (che si ammalano proprio quando escono dalla sauna che mamma ha creato in casa loro) e anziani. Bloccare i diesel euro 3, invece, anche se completamente inutile – se la mobilità privata incide per meno del 15% sulla Pm10, figuriamoci quanto possono inquinare gli euro 3 – appare più accettabile. In fondo, come comanda la dottrina arancione, la gente può anche smetterla di usare la macchina e girare con la metro o il tram. Peccato che poi – se si va a guardare gli Euro 3 in circolazione – ci si accorge che essi sono costituiti per la gran parte da furgoni e camioncini (per giunta vecchi, quindi di proprietà di chi non si può permettere di sostituirli) usati per lavorare.

Seguendo questa logica perversa a Milano i possessori di una potente Ferrari F12 berlinetta, mostro da 740 cavalli e 7 km con un litro, possono entrare in centro con 5 euro. Il commerciante, con un vecchio Ducato, invece non può proprio entrare, a meno di non volersi beccare 90 euro di multa. Ora dalla nostra non abbiamo nulla contro i ferraristi e anzi pensiamo che dovrebbero anche loro, al pari degli altri, entrare in centro senza pagare. Certo che un simile vantaggio per i più ricchi non ce lo saremmo aspettati da una giunta che afferma di voler tutelare i più deboli.

ambientalkismoMa fin qui nulla di nuovo, a parte le solite ipocrisie della giunta meneghina (radical) chic. Il guaio è che ora, a far retorica, ci si mette pure la liberale Provincia di Milano e la verde – nel senso di leghista e non di eco friendly – Regione Lombardia. La prima si è fatta promotrice di un «Protocollo d’intesa per il miglioramento della qualità dell’aria» nei Comuni del milanese. La soluzione è sempre la stessa: blocco dei diesel euro tre a fasce alterne dopo il raggiungimento, per dieci giorni consecutivi, del livello massimo di Pm10 consentito per legge. Un’idea che – guarda caso – ha subito esaltato l’assessore meneghino Maran ma anche la Regione che, tramite Claudia Terzi (assessore all’Ambiente), ha dato il suo ok.

Quale sarà il risultato? Di sicuro per l’ambiente esso sarà tutt’altro che apprezzabile. Siamo certi, tuttavia, che i sostenitori dell’ambientalismo ingenuo ne saranno contenti.

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