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L’odissea dei trasporti milanesi/3 I mezzi di superficie

Articolo del: 15/09/2013
Autore: Matteo Borghi

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Abbiamo già detto che il più grande peccato di Milano è quello di non essersi dotata, in tempo, di una rete suburbana (metropolitana o passante ferroviario che siano) degna di una città europea e di respiro mondiale.

Stando così le cose, per raggiungere tutti i punti della città non resta che affidarsi a un vecchio e sgangherato sistema di trasporto pubblico formato da tram, filobus e autobus la cui velocità lascia parecchio a desiderare (senza contare il rallentamento che provocano alla circolazione degli altri veicoli). Il sito dell’Atm – va detto, molto efficiente – permette di calcolare il tempo medio di percorrenza fra due punti di Milano. Per andare dalla stazione di Porta Genova alla Centrale ci si mettono 20 minuti in metro e ben 50 col tram (complici i lavori sulla linea 9 che costringono a cambiare ma anche col tram a regime non ci si mettono meno di 40-45 minuti). Per andare da Bisceglie a Sesto 1° Maggio, i due capolinea della rossa, ci si mettono circa 35 minuti. Volendo percorrere lo stesso tragitto come mezzi di superficie impiegheremmo addirittura 2 ore e 25 minuti e avremmo bisogno di cambiare ben cinque mezzi. Un esempio paradossale, certo, visto che nei casi citati abbiamo la possibilità di optare per la metropolitana.

Peccato che non tutti i punti di Milano siano raggiungibili viaggiando nel sottosuolo. Per avere un servizio abbastanza completo dovremo attendere il completamento della linea M5 (per ora solo sette stazioni) e la costruzione della M4. Se tutto andrà bene la prima verrà consegnata per Expo, nel 2015, mentre la seconda nel primo quadrimestre del 2018. Cinque anni quindi, a meno di ulteriori ritardi che potrebbero far slittare il tutto al 2020 o chissà quando. Nel frattempo bisogna accontentarsi di aspettare parecchi minuti tram e bus sotto pensiline che non proteggono dal sole e ancor meno dalla pioggia (almeno bus snodatoc’è l’indicazione elettronica dei minuti rimanenti). Magari la prima serie del 1928 o i successivi degli anni ’50-’60 e ’70, suggestivi – hanno ancora le targhette con scritto «vietato sputare», dei tempi in cui ancora si usava masticare tabacco – per carità ma scomodi e rumorosi (non siste anche voi sull’orlo di una crisi di nervi dopo aver sentito il suono stridulo di una decina di frenate?). I moderni Eurotram (2001) e Sirio (2002) sono ancora poco diffusi. A tal riguardo c’è un aneddoto simpatico: il Comune di San Francisco ha deciso di acquistare vecchi tram in disuso da tutte le principali città mondiali per restaurarli e riutilizzarli. Fra quelli di Londra, Parigi, Madrid, Tokio ci sono anche quelli milanesi. Solo che a Milano, a differenza della altre città, quei modelli si usano ancora regolarmente.

Un altro problema che si riscontra, soprattutto se si è stranieri, è capire che linea usare per muoversi da un punto a un altro della città: ad ogni fermata, infatti, si trova al massimo l’indicazione del percorso della linea che vi passa attraverso. Perché non mettere, ad ogni fermata, una mappa completa che illustra tutte le linee che si possono prendere? Sarebbe una buona idea per aiutare milanesi e turisti nella lotta quotidiana per trovare il mezzo di trasporto giusto.

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