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Strisce blu: così la periferia diventa un parcheggio

Articolo del: 03/08/2013
Autore: Enrico Fedrighini

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La riorganizzazione della sosta prevede, per gli spazi a pagamento fra la circonvallazione esterna e il confine urbano, la concessione di abbonamenti mensili o annuali a tariffe ribassate (da meta’ a un quarto del costo ordinario). Ritengo che questa scelta sia profondamente sbagliata e incoerente.

Nel Piano della Mobilita’ urbana presentato dall’Amministrazione comunale si legge: “La sosta su strada occupa 3 milioni di mq di spazi pubblici sottratti ad altri possibili usi”. Obiettivo del piano è, quindi, “…ridurre l’occupazione degli spazi pubblici, con l’estensione della sosta regolamentata”.

Il sistema della sosta a pagamento su strada dovrebbe avere quindi un carattere dissuasivo nei confronti dell’uso dell’auto. Un abbonamento mensile o annuale a tariffa agevolata per la sosta stradale è esattamente il contrario di quanto ci si ripromette (a parole) di fare: l’abbonamento infatti “fidelizza” l’utente, certificandone il diritto a occupare lo spazio in carreggiata sottraendolo ad altri usi (piste ciclabili, corsie riservate ATM, percorsi pedonalizzati).

Possibile che nessuno se ne sia accorto?

Tutto questo e’ previsto nella cerchia periferica della città che dunque, agli occhi dell’Amministrazione, assume la funzione di un enorme parcheggio di interscambio: infatti, mentre in centro si aumenta la tariffa per disincentivare la sosta prolungata a beneficio delle funzioni commerciali e di interesse pubblico, nelle aree esterne si va in direzione opposta. Curioso. Peraltro, l’uso della periferia come “Area di interscambio” presupporrebbe un adeguato potenziamento del servizio di trasporto pubblico: ma di questo non vi è traccia.

Ora la mia domanda è: perché è stata presa questa misura così contraddittoria con stessi gli strumenti di pianificazione dell’amministrazione comunale? Serve a fare cassa? Dubito: se la sosta regolamentata venisse controllata avremmo entrate ben superiori. I mancati introiti al Comune derivanti dalla mancata riscossione della sosta tariffata ammontano a circa 40 milioni di euro/anno.

Sembra invece una misura che serve a tentare di ridurre le perdite, partendo da una situazione non dichiarabile pubblicamente: a differenza di quanto avviene in altre città, Milano non riesce a controllare la sosta su strada. Allora, per cercare di ridurre le perdite, si svende lo spazio pubblico.

Ma è davvero inevitabile tutto questo? Io credo di no. E’ possibile riorganizzare il sistema di controllo della sosta (oggi affidato ad Atm), trasferendolo ad un Settore dell’amministrazione o ad Amat.

Tutte le delicate funzioni che negli anni sono state delegate ad Atm (dal car sharing agli accertatori della sosta) ma che non rientrano nella mission aziendale, soffrono di scarsa attenzione da parte del management e non decollano.

Non c’è niente di peggio che stabilire regole e dimostrare di non essere in grado di farle rispettare. Gli abbonamenti agevolati per la sosta possono essere una furba e pericolosa scorciatoia: possono fare incamerare qualche euro in più nel breve periodo, ma la perdita di credibilità delle politiche per la mobilità sostenibile annunciate è un prezzo troppo elevato.

Commento: Fedreghini è solo un demagogo che cavalca l'odio politically correct per l'auto solo per guadagnare visibilità. Inutile entrare nel merito.
Salvo l'articolo solo per funzioni di archivio.


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