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Area C, il pedaggio cambia l'happy hour
Rivoluzionati riti e tempi della movida
Bar e locali vuoti prima delle 19.30. Si riempiono solo dopo la fine di Area C

Articolo del: 19/02/2012
Autore: Armando Stella

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[Esplora il significato del termine: MILANO - Ci vediamo dopo l’Area C . Aperitivo a telecamere spente: «La congestion charge sta rivoluzionando le abitudini dei clienti». I milanesi non se lo bevono, il ticket da 5 euro. Aspettano che il Comune abbia disattivato il sistema antitraffico nei Bastioni: «Meno costi, meno preoccupazioni». Anche i riti cambiano. Meglio: si adeguano. Fateci caso. L’Area C ha ritardato i tempi della movida. Alle 19, in largo la Foppa e in corso Garibaldi, non c’è ancora nessuno. E pure i dehors di via San Marco e via Brera si distinguono per il silenzio e le assenze. Accoglieranno gli ospiti dopo le 19.30. Area C cambia l’happy hour Area C cambia l’happy hour Area C cambia l’happy hour Area C cambia l’happy hour Area C cambia l’happy hour Area C cambia l’happy hour CAMBIANO GLI ORARI - È il fuso orario dell’ happy hour . Bastano due scatti per fotografare la tendenza: il primo attorno alle 19, l’altro prima delle 20. Stesse inquadrature, diverse le pose: i vuoti si sono riempiti. «I locali del centro sono deserti fino alle 19.30 perché la gente non ha ancora capito come funzionano i canali di pagamento e vuole evitare la burocrazia di tagliandi e codici Pin - osserva Micaela Mainini, titolare dello storico Bar Giamaica -. Più che la volontà di risparmiare, pur importante, qui è evidente la confusione che circonda il provvedimento». Più duro il giudizio di Eleonora Scaramucci, presidente del comitato commercianti contro Area C: «Il divieto alle auto deprime l’immagine dinamica e vitale di Milano. Il centro è desolato, triste e inoperoso». I COMMERCIANTI - I negozi nei Bastioni denunciano crolli di fatturato superiori al 30-40 per cento; cinquanta dipendenti, sostengono, sarebbero già stati licenziati; qualche imprenditore, si mormora, non riesce più a pagare affitti e bollette. «Soffrono soprattutto gli assi commerciali compresi tra la fossa dei Navigli e il confine di Area C», dice Simonpaolo Buongiardino, vicedirettore di Confcommercio. Dalla mappa delle strade in crisi emergono: corso Venezia, corso di Porta Vittoria, corso di Porta Romana. Spiega Alfredo Zini, vicepresidente dei ristoratori ed esercenti Epam: «Il problema è capire quali fattori provochino più danni. Quanto pesa la recessione? Quanto influisce il ticket? Quanto il maltempo?». LE MISURE - Il Comune e le imprese stanno lavorando a un pacchetto di misure che possano «mitigare gli effetti» di Area C e «risollevare i bilanci delle imprese». È una trattativa su tre livelli. Le autorimesse hanno chiesto (e otterranno) un pacchetto-bonus da 13 euro, incluso il prezzo di Area C, per quattro ore di sosta. I negozi hanno proposto (e avranno) il giovedì corto: telecamere spente alle 17.30 per favorire lo shopping. Il tavolo di confronto, infine, sta preparando un cartellone di eventi primaverili che possano «richiamare pubblico»: manifestazioni, feste, sport, aperture straordinarie dei musei civici e cultura a prezzi di saldo.] MILANO - Ci vediamo dopo l'Area C . Aperitivo a telecamere spente: «La congestion charge sta rivoluzionando le abitudini dei clienti». I milanesi non se lo bevono, il ticket da 5 euro. Aspettano che il Comune abbia disattivato il sistema antitraffico nei Bastioni: «Meno costi, meno preoccupazioni». Anche i riti cambiano. Meglio: si adeguano. Fateci caso. L'Area C ha ritardato i tempi della movida. Alle 19, in largo la Foppa e in corso Garibaldi, non c'è ancora nessuno. E pure i dehors di via San Marco e via Brera si distinguono per il silenzio e le assenze. Accoglieranno gli ospiti dopo le 19.30.

CAMBIANO GLI ORARI - È il fuso orario dell' happy hour . Bastano due scatti per fotografare la tendenza: il primo attorno alle 19, l'altro prima delle 20. Stesse inquadrature, diverse le pose: i vuoti si sono riempiti. «I locali del centro sono deserti fino alle 19.30 perché la gente non ha ancora capito come funzionano i canali di pagamento e vuole evitare la burocrazia di tagliandi e codici Pin - osserva Micaela Mainini, titolare dello storico Bar Giamaica -. Più che la volontà di risparmiare, pur importante, qui è evidente la confusione che circonda il provvedimento». Più duro il giudizio di Eleonora Scaramucci, presidente del comitato commercianti contro Area C: «Il divieto alle auto deprime l'immagine dinamica e vitale di Milano. Il centro è desolato, triste e inoperoso».

I COMMERCIANTI - I negozi nei Bastioni denunciano crolli di fatturato superiori al 30-40 per cento; cinquanta dipendenti, sostengono, sarebbero già stati licenziati; qualche imprenditore, si mormora, non riesce più a pagare affitti e bollette. «Soffrono soprattutto gli assi commerciali compresi tra la fossa dei Navigli e il confine di Area C», dice Simonpaolo Buongiardino, vicedirettore di Confcommercio. Dalla mappa delle strade in crisi emergono: corso Venezia, corso di Porta Vittoria, corso di Porta Romana. Spiega Alfredo Zini, vicepresidente dei ristoratori ed esercenti Epam: «Il problema è capire quali fattori provochino più danni. Quanto pesa la recessione? Quanto influisce il ticket? Quanto il maltempo?».

LE MISURE - Il Comune e le imprese stanno lavorando a un pacchetto di misure che possano «mitigare gli effetti» di Area C e «risollevare i bilanci delle imprese». È una trattativa su tre livelli. Le autorimesse hanno chiesto (e otterranno) un pacchetto-bonus da 13 euro, incluso il prezzo di Area C, per quattro ore di sosta. I negozi hanno proposto (e avranno) il giovedì corto: telecamere spente alle 17.30 per favorire lo shopping. Il tavolo di confronto, infine, sta preparando un cartellone di eventi primaverili che possano «richiamare pubblico»: manifestazioni, feste, sport, aperture straordinarie dei musei civici e cultura a prezzi di saldo.

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