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Il primo (vero) passo
Le risposte lasciano ormai il tempo che trovano, non c'è più tempo per le discussioni: acta non verba

Articolo del: 06/12/2011
Autore: SERGIO HARARI

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A mali estremi, estremi rimedi. Così dopo settimane di indecisione si è presa una misura d'emergenza: il blocco totale del traffico in città con chiusura delle scuole venerdì e sabato prossimo. Si poteva fare diversamente o prima? Le risposte lasciano ormai il tempo che trovano, non c'è più tempo per le discussioni: acta non verba. È una decisione importante che supera resistenze e polemiche per garantire la salute dei cittadini, da troppe settimane messa in pericolo. Adesso l'importante è spegnere l'incendio, abbassare a livelli meno drammatici le concentrazioni dei pungenti fumi dell'inquinamento invernale, ma anche gettare le basi per una serie di interventi che permettano al fuoco di non divampare immediatamente dopo. Questi provvedimenti eccezionali non potranno prolungarsi a lungo nel tempo.

RITARDO - Oggi, purtroppo, paghiamo a caro prezzo un ritardo ventennale nello sviluppo di politiche ambientali: se 15-20 anni fa avessimo adottato misure rigorose e strategie serie, ora non saremmo ridotti al punto di dover improvvisamente bloccare la città come se fossimo davvero in tempo di guerra. Forse però proprio di questo si tratta: una guerra alle polveri, agli ossidi di azoto, agli idrocarburi, al benzene e agli altri tossici miasmi che mettono in pericolo la città e i suoi abitanti. E tra 10 anni, però, vorremmo averla vinta questa guerra.

NUOVA RESPONSABILITA' - Il Paese in questi giorni è chiamato a un nuovo senso di responsabilità, e i problemi dell'ambiente, così delicati e importati in Italia, non fanno eccezione: i commercianti aiutino dando il loro contributo, porte chiuse, temperature normali, regolamentazione del carico-scarico merci. I milanesi siano all'altezza della situazione e contribuiscano anch'essi con comportamenti corretti, regolando le temperature nelle proprie case, sfruttando i mezzi pubblici, usando la bici. Siamo certi che la città accetterà di buon grado disagi e inconvenienti del blocco, conscia delle difficoltà della situazione; d'altra parte basta inspirare profondamente all'aria aperta per percepire la realtà del problema, senza sofisticati misuratori di Pm10: un normale naso basta.

CAMBIAMENTO - Milano però vuole che questa sia l'occasione del cambiamento, vuole una nuova vivibilità per uomini, donne, bambini, anziani che vogliono camminare, correre, vivere negli spazi di questa bellissima città ritrovando un'aria e un respiro ormai dimenticati. Due giorni non basteranno forse neanche a farci uscire dall'emergenza, ma sono un inizio dal quale partire per provvedimenti seri, strutturali, che guardino al futuro di questa città, per provare a farla finalmente rivivere. La vita, si sa, comincia sempre con un respiro.

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