| Inquinamento, il caso delle caldaie Smog, fuori norma una caldaia su tre Ispettori nelle case per verificare le emissioni Dal 15 ottobre si può riaccendere il riscaldamento negli appartamenti
Articolo del: 08/10/2012 Autore: Gianni Santucci Armando Stella
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MILANO - La minaccia di «pericolo immediato» arriva da 224 caldaie obsolete e molto inquinanti: sono le bombe energetiche da «mettere in sicurezza» che gli ispettori della Provincia hanno individuato nell'ultima campagna di controlli nei palazzi privati di Milano e dell'hinterland. Ma la zona grigia degli impianti termici fuorilegge è molto più ampia: una caldaia su tre non rispetta le norme sulla manutenzione e l'emissione dei fumi, nel corso di 20.034 accertamenti sono state accertate 6.390 anomalie, le verifiche tecniche hanno evidenziato un diffuso e variegato sommerso di violazioni.
I CONTROLLI - «Nell'ultimo anno abbiamo aumentato i controlli del 24 per cento - rivendica l'assessore di Palazzo Isimbardi all'Ambiente, Cristina Stancari - e nelle prossime settimane rilanceremo l'offensiva». Ma le caldaie non sono un obiettivo esclusivo della Provincia («Più sicurezza, meno veleni, bollette più leggere»). I blitz casa per casa sono una priorità anche della Regione. L'assessore lombardo Marcello Raimondi lo ribadirà lunedì agli amministratori convocati per il Tavolo Aria: «Ci sono incentivi economici per le Province, mi auguro che vengano sfruttati». Il bonus è di 5 euro (di media) per ogni ispezione.
L'INCONTRO - La riunione al Pirellone definirà i dettagli della strategia ambientale che nei prossimi mesi impegnerà gli enti pubblici a tutti i livelli di governo. La stagione dei divieti inizia lunedì 15 ottobre e si concluderà il 15 aprile del 2013. L'impianto delle regole per il traffico, almeno in partenza, resta modellato sulla disciplina dell'inverno scorso: dodici ore di blocco della circolazione nell'area critica (dalle 7.30 alle 19.30) per le auto Euro 0 a benzina e per i diesel fino alla classe Euro 2 (un totale di 450 mila mezzi). Raimondi proporrà un'estensione della low emission zone lombarda (ad altri 220 mila veicoli), ma la fase di analisi e condivisione del provvedimento potrebbe durare settimane: «Dobbiamo verificare la disponibilità di Comuni e Province - spiega l'assessore -. L'urgenza, comunque, è pianificare una campagna di controlli efficaci anche su strade extraurbane, tangenziali e autostrade, coinvolgendo il governo e le forze di polizia».
SMOG - Dopo una settimana di condizioni climatiche fortunate, che hanno tenuto le polveri sottili sotto la soglia d'allarme, ora i tecnici temono l'arrivo dall'Africa di un'alta pressione che potrebbe favorire l'accumulo degli inquinanti. A partire dal 25 settembre, a riscaldamenti spenti, le concentrazioni di Pm10 si sono attestate tra i 20 e 48 microgrammi per metro cubo d'aria, appena sotto il limite dei 50 microgrammi. Dal 15 ottobre, quando si potranno accendere gli impianti termici, a questo particolato di fondo prodotto dal traffico si aggiungeranno le emissioni delle case: «Per questo, subito, la Regione dovrebbe recepire il protocollo provinciale per la gestione dei picchi di smog - osserva l'assessore comunale all'Ambiente, Pierfrancesco Maran -. Solo iniziative vaste e condivise, come abbiamo sperimentato, possono avere un impatto sensibile contro l'inquinamento». Il protocollo provinciale antismog è il sistema di coordinamento delle misure ambientali d'emergenza promosso dalla Provincia di Milano in accordo con i Comuni: istituisce blocchi alla circolazione e regole più severe sui riscaldamenti dopo dieci giorni di superamento delle soglie d'attenzione per il Pm10. La cabina di regia non viene convocata dalla primavera scorsa.
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